News

News

Salta il menù di navigazione, vai al contenuto principale (Corpo centrale)
ti trovi in: News | · News · News 2010

1 dicembre 2010

Piergiorgio Branzi: antologica 1952/2010

Al Castello dei Pico di Mirandola dal 4 dicembre 2010 al 16 gennaio 2011 è in programma una mostra dedicata al celebre fotografo e giornalista fiorentino Piergiorgio Branzi, uno dei maestri della fotografia italiana del Novecento.

Immagine corrente
Da sabato 4 dicembre 2010 a domenica 16 gennaio 2011 la Sala delle Esposizioni del Castello dei Pico di Mirandola ospita la mostra "Piergiorgio Branzi: antologica 1952/2010". Si tratta di una esposizione dedicata al celebre fotografo e giornalista fiorentino, uno dei maestri della fotografia italiana del Novecento. Branzi fa parte del Gruppo Fotografico Leica, formato da autori eterogenei per età, formazione e stile, accomunati dall'uso prevalente o esclusivo di questa fotocamera leggendaria.

La mostra è organizzata dal Comune di Mirandola, che intende poi sviluppare nel tempo un festival biennale della fotografia, con la collaborazione dello stesso Gruppo Fotografico Leica e il contributo di Dideco Sorin.

Piergiorgio Branzi è stato una delle figure più importanti nel panorama culturale-fotografico italiano negli anni dell’immediato dopoguerra. Nato a Firenze nel 1928, terzo di sette figli di una famiglia della media borghesia, Branzi comincia a fotografare negli anni cinquanta ottenendo immediata notorietà in Italia e all’estero. Branzi si forma nella tradizione figurativa toscana, i cui parametri a quei tempi erano ancora fortemente influenzati dalle posizioni estetiche e ideologiche promosse dal gruppo fotografico "La Bussola" guidato da Giuseppe Cavalli e del quale Branzi stesso faceva parte, con una ricerca puntigliosa sulla forma e sulla luce. Nel 1955 intraprende un lungo viaggio in motocicletta, attraverso l’Abruzzo e il Molise, la Puglia e la Lucania, la Calabria e Napoli, ma anche verso le zone depresse del Veneto. L’anno successivo attraversa la Spagna, un paese e una società che a dieci anni dalla fine del conflitto appare ancora separata dall’Europa. Dotato di una naturale eleganza formale, Branzi realizza immagini che aprono un capitolo nuovo nel panorama della fotografia italiana, identificato come "realismo-formalista". Attratto dall'uomo e dall'ambiente nel quale vive e si identifica, i suoi soggetti preferiti sono personaggi e volti. La composizione finale è per Branzi il prodotto di riflessioni, di equilibrio formale e scelta del momento decisivo nella ripresa, ma anche di aggiustamenti in camera oscura.

Dalla fine degli anni '50 l'interesse di Branzi si sposta verso una fotografia di impegno culturale e sociale. I tempi del dopoguerra sono passati, ci si avvicina a quelli del "boom economico" e della stampa in rotocalco, dove la fotografia assume via via un ruolo preminente. Partecipa così alla intensa e innovativa esperienza dell’editoria giornalistica e collabora attivamente all'esperienza de "Il Mondo" di Pannunzio. Poi rallenta l'attività fotografica cercando uno sbocco lavorativo anche nel giornalismo scritto e viene così assunto dalla Rai in qualità di "giornalista-reporter" in occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960. Nel 1962 il Direttore del Telegiornale, Enzo Biagi, lo invia a Mosca, quale primo corrispondente televisivo occidentale nella capitale sovietica. Qui riprende in mano la macchina fotografica per fermare e raccogliere situazioni, luoghi, volti, frammenti di quotidianità. Le immagini scattate a Mosca vengono tenute nel cassetto per oltre 25 anni, e diventano oggetto di una mostra solo negli anni '80. Nel 1966 lascia Mosca per assumere l’incarico di corrispondente RAI da Parigi. Dopo il maggio 1968 rientra a Roma come commentatore e inviato speciale del Telegiornale. Realizza inchieste e documentari in Europa, Asia, Africa. Dopo l'esperienza moscovita degli anni '60 riprende a fotografare solo a metà degli anni novanta per una rivisitazione dei luoghi pasoliniani. In questi ultimi tempi al centro della ricerca di Branzi è la città di Parigi, di cui capta umori ed inquietudini. Dal 2007 sperimenta le possibilità della tecnica digitale.

Opere fotografiche di Piergiorgio Branzi sono oggi presenti in musei e collezioni di tutto il mondo, tra cui il Museum of Modern Art di San Francisco (USA), la Biblioteque national de France a Parigi (Francia), il Fine art museum di Houston (USA), il Guggenheim museum di New York (USA), l'Estorick collection di Londra (UK), e in Italia l'Istituto superiore storia fotografia, di Palermo, il Museo del Fotogiornalismo di Torino, il Museo dell’Informazione di Senigallia, il Museo Luigi Pecci di Prato, l'Archivio Fratelli Alinari di Firenze.

L'inaugurazione della mostra antologica dedicata a Piergiorgio Branzi è prevista sabato 4 dicembre alle 16.
L'orario di visita fino al 16 gennaio 2011 corrisponde a quello di apertura al pubblico del Castello dei Pico, ovvero il venerdì dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.

Per informazioni:
tel. 0535.609995
email info@castellopico.it

Documentazione allegata

Allegati

La locandina della mostra dedicata a Piergiorgio Branzi
data dell'ultimo aggiornamento: mercoledì 1 dicembre 2010
branzi.pdf (809Kb)
Proprietà dell'articolo
autore: Editoria e Web
fonte: Ufficio Stampa
data di creazione: mercoledì 1 dicembre 2010
data di modifica: mercoledì 1 dicembre 2010