Comunicato stampa N° 1365 del 17/12/2002
L’impegno del Governo e della Regione Emilia Romagna ad affiancare gli enti locali, soprattutto la Provincia, nell’affrontare la situazione di emergenza causata di dissesto idrogeologico dell’Appennino modenese. É questa, in sintesi, la richiesta che emerge dal documento approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale di Modena che ha affrontato il tema del dissesto idrogeologico montano partendo dalla situazione dell’Appennino modenese occidentale. Alla seduta del Consiglio hanno partecipato anche sindaci e amministratori dei Comuni di Frassinoro, Palagano, Prignano, Pievepelago e Fiumalbo.
Il versante ovest dell’Appennino è stato colpito, nei giorni scorsi, da due frane che hanno interrotto la transitabilità della Sp 486 in località Il Sasso di Montefiorino e della Sp 32 in località Lezza Nuova (Frassinoro). Ora la viabilità è assicurata da percorsi alternativi su strade comunali.
"La Provincia è pronta a fare la propria parte. Continueremo – ha spiegato il presidente della Provincia di Modena Graziano Pattuzzi - a far fronte agli eventi eccezionali verificatisi un queste settimane e a coopartecipare al finanziamento degli interventi strutturali che verranno individuati. L’obiettivo è di porre rimedio alle criticità presenti sul territorio realizzando studi di fattibilità degli interventi necessari per affrontare le problematiche di maggiore urgenza riguardanti in particolare le situazioni di criticità delle infrastrutture viarie".
Tra le cause dei numerosi movimenti franosi c’è la piovosità che ha investito l’Appennino modenese: tra luglio e dicembre è caduta pioggia tre volte superiore la media stagionale dello stesso periodo. Secondo i tecnici dell’assessorato alla Viabilità della Provincia di Modena serviranno diverse settimane, prima di poter intervenire sulle due arterie distrutte dalle frane. Per il ripristino della Sp 32 a Lezza Nuova – con una risagomatura del piano stradale all’interno del corpo di frana - si stima possa aggirare intorno ai 250-300 mila euro mentre, a tutt’oggi, è di dieci volte superiore il danno provocato alla Sp 486 (circa 3 milioni di euro) dove lo smottamento ha causato una voragine di oltre 10 metri di profondità lunga 300 metri che dovrà essere completamente colmata.
L’ordine del giorno richiede che "il Governo preveda, nella legge finanziaria in discussione in Parlamento e nei provvedimenti d'urgenza assunti nelle scorse settimane, l'indispensabile potenziamento dei finanziamenti destinati a far fronte agli effetti delle calamità naturali che stanno investendo tutto il territorio nazionale". Le risorse richieste serviranno sia ad attuare "interventi di somma urgenza che permettano di ripristinare nei territori colpiti dalle calamità normali condizioni di vita per le popolazioni ivi residenti nonché la ripresa delle attività produttive", sia a "programmare ed attuare interventi straordinari finalizzati alla messa in sicurezza del territorio da realizzarsi con il concorso delle Regioni e del sistema degli enti locali". Richiesto anche di "programmare ed attuare un piano di prevenzione finalizzato alla realizzazione di azioni di manutenzione e di controllo sul territorio atte a ridurre la pericolosità e quindi la probabilità del verificarsi degli eventi calamitosi".
Il documento richiede un impegno finanziario anche alla Regione Emilia Romagna chiamata a prevedere nel "proprio bilancio l'aumento delle previsioni finanziarie finalizzate sia agli interventi di urgenza resi necessari dal verificarsi di calamità naturali, sia agli interventi strutturali volti a realizzare le opere in grado di dare soluzioni, durature nel tempo, alle problematiche territoriali non altrimenti risolvibili".
Data comunicato | 17/12/2002 |
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Numero | 1365 |
Ora | 12 |
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data di creazione: | martedì 17 dicembre 2002 |
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data di modifica: | giovedì 25 agosto 2005 |