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Comunicato stampa N° 1290 del 26/11/2002

il "testamento" di marco biagi sul lavoro atipico
mercoledì 27 novembre la presentazione dello studio

"Lavoro atipico, nuovi lavori e forme simulate di lavoro autonomo: profili di irregolarità e criticità nella utilizzazione delle collaborazioni coordinate continuative e delle collaborazioni occasionali". È questo il tema della ricerca realizza, tra il luglio 2001 e il marzo 2002, sotto la direzione scientifica del professor Marco Biagi e portata a termine dai sui più stretti collaboratori nei mesi successivi al suo assassinio secondo quanto da lui indicato. Questo studio – commissionato dall’assessorato al Lavoro della Provincia di Modena – sarà presentato nel corso di una giornata di studi che si svolgerà mercoledì 27 novembre, dalle ore 14,30, presso la sede di Promo (viale Virgilio n° 55 a Modena).

La ricerca sarà presentata – dopo una relazione introduttiva dell’assessore provinciale al Lavoro Giorgio Razzoli – dal professor Michele Tiraboschi e dalla ricercatrice Carlotta Serra dell’Università agli studi di Modena e Reggio Emilia. Sono previsti, tra gli altri, contributi del presidente del Comitato nazionale per l’emersione del lavoro non regolare Luca Meldolesi e del direttore dell’Agenzia Emilia Romagna Lavoro Maurizio Pozzi.

Sempre su questi temi, mercoledì 4 dicembre alle ore 9, sarà presentato lo studio "Il lavoro flessibile nella provincia di Modena" realizzato dalla società di ricerca Genesis per conto dell’assessorato provinciale al Lavoro: coordinatore dell’indagine il ricercatore Massimo D’Angelillo.

I lavoratori atipici modenesi (collaboratori coordinati continuativi, professionisti con partita Iva e professionisti collaboratori ovvero tutti coloro che offrono prestazioni professionali o parasubordinate) sono numericamente un esercito stimato in circa 40 mila unità. La forte diffusione parte dal 1996, anno in cui i lavoratori coordinati hanno ricevuto un inquadramento previdenziale e sono stati assoggettati alla nota contribuzione del 10 per cento, oggi salita al 14 per cento. Nel modenese, così come nell’intero territorio regionale dell’Emilia Romagna, in tre anni i lavoratori registrati nella gestione separata dell’Inps relativa alle collaborazioni coordinate continuative sono quadruplicati. "Questi lavori - spiega Giorgio Razzoli, assessore al Lavoro della Provincia – sono aumentati dunque non a seguito della rimozione di divieti legali, ma, al contrario, a seguito di un inquadramento giuridico previdenziale. Il parziale inquadramento giuridico ha probabilmente attribuito una patente di legittimità a queste collaborazioni e ne ha incentivato l’utilizzo".

Nel modenese, occorre ricordare, è concentrato circa il 20 per cento dei lavoratori atipici di tutta la regione Emilia Romagna dove superano quota 161 mila. "Queste forme di lavoro costituiscano una risposta significativa ai bisogni delle imprese che hanno utilizzato nuove figure in modo quantitativamente e qualitativamente nuovo. Dal punto di vista dei lavoratori – aggiunge Giorgio Razzoli, assessore al Lavoro della Provincia di Modena - è chiaro che a nuove opportunità che spesso richiedono maggiore disponibilità al rischio di frequenti mutamenti della propria condizione lavorativa, deve corrispondere un sistema di tutele oggi ancora insufficiente".

Scheda informativa

Scheda informativa
Data comunicato
26/11/2002
Numero
1290
Ora
12
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Proprietà dell'articolo
data di creazione: martedì 26 novembre 2002
data di modifica: giovedì 25 agosto 2005