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Comunicato stampa N° 441 del 30/04/2002

modena, 30 mila i lavoratori atipici: 25 mila i "co.co.co"
razzoli: "un primo maggio di diritti anche per gli atipici"

"Il 1° maggio sia anche la festa dei lavoratori atipici. È questa l’occasione per affrontare la questione dei diritti e delle tutele di un popolazione di lavoratori che oggi sono svantaggiati rispetto ad altri". È questa la proposta dell’assessore al Lavoro della Provincia di Modena Giorgio Razzoli in occasione della festa dei lavoratori del primo maggio 2002.

Ma come è composta questa popolazione di lavoratori? È numericamente un esercito di circa 30 mila unità. Sono definiti lavoratori atipici e comprendono in gran parte collaboratori coordinati continuativi, professionisti con partita Iva e professionisti collaboratori ovvero tutti coloro che offrono prestazioni professionali o parasubordinate.

A questa tipologia di lavoratori, l’assessorato al Lavoro della Provincia ha rivolto una campagna di informazione e supporto normativo nell’ambito delle proprie politiche attive del lavoro. Infatti in queste settimane è iniziato l’invio ad una parte di questi lavoratori di una prima newsletter informativa: altre, a scadenza trimestrale, seguiranno nel corso del 2002. Inoltre, sempre a supporto di questi lavoratori, sarà varata una sezione del nuovo sito delle politiche del lavoro della Provincia di cui sta terminando il restyling.

Questa iniziativa si affianca a quella attivata dalla Regione Emilia Romagna che ha istituito un sito (www.atipici.net) per facilitare la comunicazione tra lavoratori, aziende e istituzioni.

La forte diffusione di queste forme di lavoro si verifica soprattutto a partire dal 1996, anno in cui i lavori coordinati hanno ricevuto un inquadramento previdenziale e sono stati assoggettati alla nota contribuzione del 10 per cento, oggi salita al 14 per cento. Nel modenese, così come nell’intero territorio regionale dell’Emilia Romagna, dal 1996 al 1999 i lavoratori registrati nella gestione separata dell’Inps relativa alle collaborazioni coordinate continuative sono quadruplicati evidenziando una forte espansione nell’utilizzo di questo contratto

"La crescente diffusione di questi lavori - spiega Giorgio Razzoli, assessore al Lavoro della Provincia di Modena - è avvenuta dunque non a seguito della rimozione di divieti legali, ma, al contrario, a seguito di un inquadramento giuridico previdenziale. Il parziale inquadramento giuridico ha probabilmente attribuito una patente di legittimità a queste collaborazioni e ne ha incentivato l’utilizzo sia per forme di lavoro effettivamente nuove, sia – in modo a volte improprio - per figure molto vicine al tradizionale lavoro dipendente".

Secondo i dati Inps nel 1999 i collaboratori coordinati continuativi (appellati con il vezzeggiativo acronimo di Cococo) erano 22.709, i professionisti con partita Iva 2.252, i professionisti collaboratori 557 per un totale di 25.518 atipici, il 16 per cento di quelli attivi in Emilia Romagna (che nel ’99 erano oltre 161 mila unità).

Talvolta dietro all’etichetta di atipici e para-subordinati si nasconde il lavoro dipendente a tutti gli effetti, anche se privo delle tutele dei tipici con evidente disparità di tutele e trattamenti tra lavoratori.

"Queste forme di lavoro costituiscano una risposta significativa ai bisogni delle imprese che hanno utilizzato nuove figure in modo quantitativamente e qualitativamente nuovo. Dal punto di vista dei lavoratori – aggiunge Giorgio Razzoli, assessore al Lavoro della Provincia di Modena - è chiaro che a nuove opportunità che spesso richiedono maggiore disponibilità al rischio di frequenti mutamenti della propria condizione lavorativa, deve corrispondere un sistema di tutele oggi ancora insufficiente. Non c’è infatti flessibilità accettabile senza un sistema di tutele credibili. Occorre condurre l’universo del lavoro atipico e precario nell’ambito di un quadro di tutele, attualmente in vigore soltanto per il lavoro "tipico". E’ un fatto di civiltà e di giustizia e assicurare un livello di assistenza di base. Centrale e urgente è che a tutti i livelli le politiche del lavoro siano orientate ad incrementare le forme di tutela per costruire una flessibilità del lavoro sostenibile".

Scheda informativa

Scheda informativa
Data comunicato
30/4/2002
Numero
441
Ora
12
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Proprietà dell'articolo
data di creazione: martedì 30 aprile 2002
data di modifica: giovedì 25 agosto 2005