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Comunicato stampa N° 460 del 04/05/2002

lunedì 6 maggio, le differenze salariali per sesso
ultimo appuntamento di "che genere di economia"

Tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta l’incidenza delle donne sul totale dei percettori di reddito è stata in rapida ascesa (dal 39 al 44 per cento), ma i loro redditi hanno perso terreno rispetto a quelli maschili: se all’inizio del periodo il reddito medio di una donna era pari a circa il 30 per cento in meno di quello di un uomo, nel decennio successivo questa quota è arrivata al 37 per cento. Le differenza maggiori sono tra i pensionati e tra i professionisti (gli uomini hanno compensi quasi doppi rispetto alle donne), ma rimane una forbice del 20-25 per cento anche tra i dipendenti.

Sono alcuni dei dati della ricerca sui "Differenziali salariali per sesso in Italia" che, curata per conto del Comitato nazionale di parità e pari opportunità, sarà presentata lunedì 6 maggio (ore 17, aula seminari della facoltà di Economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, viale Berengario 51 a Modena) nell’appuntamento conclusivo del ciclo di incontri "Che genere di economia": "Un gap non colmato" introduce Morena Diazzi, assessore provinciale alle Pari opportunità.

L’iniziativa, alla seconda edizione, aveva l’obiettivo di presentare il punto di vista femminile come chiave di lettura da utilizzare in alcune prospettive di ricerca su "lavoro, valore, equità". La rassegna è promossa da Provincia e Comune di Modena, comitato Pari opportunità dell’Università, Centro di documentazione donna, commissione alle Pari opportunità della Provincia.

La ricerca sui differenziali salariali verrà illustrata da alcune delle curatrici: Bianca Beccali, sociologa dell’Università di Milano, Elisabetta Addis, economista dell’Università la Sapienza di Roma, e Tindara Addabbo, economista dell’Università di Modena.

Tra i fattori di rischio sull’andamento della disparita nei salari, la ricerca segnala la crescita del lavoro atipico nell’ambito del quale i compensi delle donne sono sensibilmente più bassi di quelli degli uomini. Tra i dipendenti, invece, si segnala negli ultimi anni una sostanziale stabilità frutto di spinte contrapposte: da un lato la spinta al ribasso associata alla riapertura del ventaglio salariale e all’aumento del tempo parziale, dall’altro i miglioramenti nell’offerta di lavoro femminile legati a età e istruzione.

Scheda informativa

Scheda informativa
Data comunicato
4/5/2002
Numero
460
Ora
12
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Proprietà dell'articolo
data di creazione: sabato 4 maggio 2002
data di modifica: giovedì 25 agosto 2005