In dieci anni il distretto di Vignola (Castelnuovo Spilamberto, Castelvetro, Vignola, Savignano, Marano, Guiglia, Zocca e Montese) ha registrato una crescita della popolazione di 6.261 unità attestandosi oggi sui 76.200 residenti, di cui 37.773 uomini e 38.417 femmine. Il 12 per cento dei modenesi vive in quest’area. Il saldo migratorio è positivo (1.146 unità), risultato contabile di 3.456 iscritti e 2.310 cancellati.

Quasi un terzo della popolazione è concentrata nel comune di Vignola (20.954 abitanti di cui 10.160 uomini e 10.794 donne) che presenta una densità abitativa di 915 ab.\kmq, quattro volte superiore alla media provinciale, mentre la media della densità dell’intera area è di 193 ab.\kmq.

In quel distretto due comuni superano i dieci mila residenti e sono Castelnuovo e Spilamberto con rispettivamente 11.759 (5.843 uomini e 5.916 donne) e 10.725 abitanti (5.337 uomini e 5.388 donne) e due vanno oltre le 8 mila unità (Castelvetro 9.388 con 4.670 uomini e 4.718 donne e Savignano 8.323 di cui 4.147 uomini e 4.176 donne). La situazione demografica per Montese, Guiglia e Zocca è in linea con le altre zone montane dell’Appennino modenese.

Il saldo naturale della popolazione è negativo: meno 126 unità la differenza tra nati (703) e morti (829). Il tasso di natalità è pari al 9,2 nati ogni mille abitanti, mentre il tasso di mortalità è dell’10,9 per mille.

Nel distretto le famiglie hanno raggiunto quota 30.613 facendo registrare una crescita, rispetto all’anno precedente del 2,2 per cento (651 nuclei): tra il 1991 e il 2000 la crescita è stata, invece, del 17 per cento (4.451 nuclei).

Il numero medio dei componenti è di 2,48 unità. Nel Comune di Vignola le famiglie sono 8.553 (aumento dell’1,9 per cento rispetto al ’99 e del 11,7 per cento rispetto al ’91).

I matrimoni celebrati nel corso del 2000 sono stati 359 di cui 252 con rito religioso e 107 con rito civile. In complesso i fiori d’arancio sono cresciuti del 15,4 per cento rispetto all’anno precedente: aumentati i matrimoni religiosi (più 13,5 per cento) e le unioni civili (più 20,2 per cento).