In mezzo secolo di vita la Provincia ha mutato completamente le sue funzioni. Da sempre impegnata nei settori della viabilità, dell’istruzione, dell’agricoltura e dell’ambiente, della programmazione territoriale, del turismo, negli ultimi anni la Provincia ha ulteriormente accresciuto queste funzioni – con nuove deleghe e con nuovi poteri - e ne ha aggiunte altre fino a diventare il principale punto di riferimento su molte questioni.

E’ la Provincia, per esempio, a sviluppare le politiche del lavoro attraverso la rete dei Centri per l’impiego, così come a realizzare l’attività di orientamento e i piani per la formazione professionale, con ogni anno corsi per 15 mila persone.

Ed è sempre la Provincia a gestire i registri dei gruppi di volontariato e dell’associazionismo o a definire le attività di concertazione che permettono ad aziende ed enti locali di accedere ai finanziamenti europei o alle risorse previste per i Patti territoriali.

E se è compito dei Comuni mettere a disposizione delle imprese gli Sportelli unici per le attività produttive, è provinciale la rete telematica che collega tutti questi servizi che semplificano la vita alle 22 mila aziende del modenese. Un po’ come succede nella protezione civile con le reti per il monitoraggio delle piene dei fiumi e per l’attivazione nei casi di emergenza, dai terremoti agli incendi boschivi per fare solo alcuni esempi.

Da alcuni anni, inoltre, i piani regolatori dei Comuni hanno la Provincia come ente di verifica e di controllo, così come hanno carattere provinciale le nuove politiche del commercio. E in tema di liberalizzazione dei servizi pubblici economici (gas, rifiuti, acqua) e del trasporto pubblico non bisogna dimenticare le agenzie in corso di realizzazione per gestire queste fasi di passaggio.