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Comunicato stampa N° 895 del 16/9/2010

appello della provincia per la salvezza di sakineh

il consiglio all’unanimità contro la lapidazione

"La Provincia di Modena con Sakineh. Salviamo Sakineh condannata alla lapidazione". E' l'appello lanciato dal Consiglio provinciale di Modena con un ordine del giorno, proposto da tutti i gruppi e approvato all'unanimità mercoledì 15 settembre, che impegna l'ente ad aderire alla mobilitazione promossa dal Governo italiano e a sostenere l'azione diplomatica avviata di concerto con l'Unione europea e l'Onu per chiedere la commutazione della pena inflitta a Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna di 43 anni, madre di due figli, che rischia la morte per lapidazione per essere stata condannata per adulterio dalle autorità della Repubblica Islamica dell'Iran.

Il documento invita la giunta anche a «proseguire nella politica di convinta opposizione verso l'applicazione di pene in contrasto coi diritti inviolabili di ogni persona affinché anche le tante altre donne in attesa di esecuzione di sentenza non debbano patire lo stesso strazio». E Monica Brunetti (Pd) ha ricordato che sembra siano 150 le persone detenute in Iran in queste condizioni: «Conosciamo bene il volto di Sakineh, ma non sappiamo nulla delle altre donne e degli altri uomini che rischiano la lapidazione».

Tra le richieste del documento anche quella di sollecitare il Governo «affinché l'Italia sostenga in ogni sede e circostanza la moratoria contro la pena di morte e vengano promosse apposite iniziative politiche di sensibilizzazione sui diritti inviolabili della persona umana»

Il capogruppo del Pdl Dante Mazzi ha sottolineato l'importanza di inviare l'ordine del giorno approvato all'ambasciatore dell'Iran in Italia per affermare l'esigenza «di una globalizzazione dei diritti umani, non solo dell'economia».

Il capogruppo della Lega nord Denis Zavatti, pur condividendo il documento, ha espresso «una condanna forte per questi reati qui, dove un terzo degli immigrati sono islamici, e nei Paesi dove avvengono» attribuendone la responsabilità, appunto, all'Islam, «una religione non democratica, che non rispetta le nostre leggi, e verso la quale non ci deve essere tolleranza». E Stefano Corti ha aggiunto: «Questo è ciò che avviene nei paesi teocratici e corriamo il rischio che l'Europa diventi l'Eurabia».

I toni degli interventi leghisti sono stati criticati dal capogruppo del Pd Luca Gozzoli («i presupposti del documento sono ben diversi») e da quello dell'Udc Fabio Vicenzi che ha affermato: «Il nostro nemico non è l'Islam, ma il terrorismo. La vicenda di Sakineh non è un episodio di una guerra di religioni, bensì l'emblema di una battaglia per la difesa della vita umana a prescindere da ogni altra considerazione. Il principio sancito dal documento è la sacralità della vita». Dello stesso parere anche Patrizia Cuzzani dell'Italia dei valori («non è giusta una punizione con la morte»), mentre Cécile Kyenge (Pd) ha invitato a evitare gli stereotipi: «L'obiettivo è la difesa dei diritti umani, delle persone, spesso donne, che vivono in condizioni di sottomissione in regimi che non permettono la libertà, ma si tratta di situazioni che non sono legate necessariamente alla religione».

Scheda informativa

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Data comunicato
16/9/2010
Numero
895
Ora
17
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Ufficio di riferimento
ufficio: ·› Area Amministrativa
··› Servizio Affari Generali e Polizia Provinciale
···› Ufficio Stampa
Proprietà dell'articolo
autore: Ufficio stampa
data di creazione: giovedì 16 settembre 2010
data di modifica: giovedì 16 settembre 2010