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21 novembre 2008

Sportello per risarcimento danni da ungulati

Sottoscritto da Provincia e associazioni agricole e venatorie un accordo per l'attuazione del Piano Faunistico provinciale. Prevista tra l'altro l'istituzione di uno sportello unico per la prevenzione e l'indennizzo dei danni da ungulati.

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E' stato sottoscritto dalla Provincia e e dalle associazioni agricole e venatorie un accordo programmatico finalizzato all'attuazione di tutti gli obiettivi previsti dal piano faunistico provinciale e, in particolare, di quelli mirati a ricreare una condizione di equilibrio nell’area montana, oggi sottoposta a forte presenza di ungulati.

I principali risultati dell'accordo prevedono l'istituzione di uno sportello unico per la prevenzione e l’indennizzo dei danni da ungulati, la costituzione in ogni Atc di una commissione danni, presieduta da un rappresentante delle organizzazioni agricole, alla quale viene affidata la gestione della liquidazione dei danni accertati, e poi ancora l'affidamento dei piani di controllo al cinghiale in forma collettiva ai cacciatori abilitati, prevedendo però l'eventuale intervento della Polizia provinciale in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi. Tra gli impegni sanciti dall’accordo vi è anche l’adozione di sistemi innovativi di prevenzione dei danni da ungulati, come dissuasori acustici e protezioni passive.
Lo sportello unico per la prevenzione e l’indennizzo dei danni da ungulati viene coordinato dai diversi enti interessati (Provincia, Atc, enti Parco, Afv) e si prevedono modalità comuni sia per gli interventi di valutazione che di liquidazione, che devono essere effettuati entro 120 giorni dalla denuncia del danno. Viene fissata inoltre una quota di risorse proprie degli Atc per gli interventi agroambientali a favore delle imprese agricole.

«E’ un risultato importante – osserva il presidente della Provincia Emilio Sabattini – che ci auguriamo possa portare al superamento delle tensioni che ci sono state in passato intorno a questo tema. Del resto – aggiunge Sabattini – era assolutamente necessario e urgente trovare una soluzione in grado di garantire la piena tutela del territorio e delle produzioni agricole dai rilevanti danni causati dalla fauna selvatica».

Il Piano faunistico provinciale, approvato dal Consiglio provinciale nel mese di febbraio di quest'anno, prestava una particolare attenzione all'impatto dannoso sull'agricoltura della fauna selvatica nel territorio modenese.

Tra gli ungulati, il cinghiale con circa 2500 esemplari è ormai diffuso su tutto il territorio collinare e montano, i cervi contano circa 400 esemplari, i daini sono circa 800 mentre per i caprioli si ipotizza la presenza di 18-20 mila capi. Su scala provinciale, il cinghiale è responsabile del 22 per cento dei danni. In collina i caprioli devastano i campi di erba medica e i prati (soprattutto a Savignano, Castelvetro e Fiorano), ma procurano danni anche i daini. In montagna il nemico principale è il cinghiale con il 90% dei danni (soprattutto nella zona tra Zocca e Montese), seguito da caprioli e daini. L'obiettivo del Piano faunistico è quello della densità zero per il cinghiale nei territori di pianura e collina, mentre in montagna la presenza sarà tollerata ma con forti limitazioni. Per i cinghiali si prevede anche di avviare una banca dati informatica per la gestione delle attività di controllo di questa specie.

Su scala provinciale, gli ultimi dati certi relativi ai danni all’agricoltura provocati dalla fauna selvatica sono quelli del 2006: si tratta di circa 200 mila euro, con un trend in calo sugli ultimi anni ma in leggero aumento rispetto al 2005. In questo conto sono però compresi non solo i danni provocati dagli ungulati ma anche quelli causati in particolare da corvidi, storni e nutrie.
Proprietà dell'articolo
autore: Editoria e Web
fonte: Ufficio Stampa
data di creazione: venerdì 21 novembre 2008
data di modifica: venerdì 21 novembre 2008