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19 dicembre 2007

Il Museo di Nonantola

La Torre dei Bolognesi recentemente restaurata è la nuova sede di un museo che ripercorre la storia di Nonantola dall'età del bronzo ad oggi: il periodo della terramare di Redù, l'epoca romana, l'Abbazia e la Partecipanza Agraria, la Resistenza. Inaugurazione il 22 dicembre.

Immagine corrente
Sabato 22 dicembre inaugura il Museo di Nonantola, un luogo che racconta la storia ultramillenaria di questa cittadina modenese, della sua comunità e del territorio circostante. La sede del Museo è la Torre dei Bolognesi, principale simbolo di Nonantola assieme alla celebre Abbazia.

Il progetto del Museo, voluto dal Comune di Nonantola, è stato realizzato con i contributi della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, della Regione Emilia Romagna e della Provincia di Modena.

"Il museo di Nonantola è un nuovo e importante tassello che arricchisce il Sistema museale modenese – commenta l’assessore provinciale alla Cultura Beniamino Grandi – riportando a nuova vita un edificio carico di storia come la Torre dei bolognesi visitando la quale sarà possibile leggere e confrontarsi con l’identità di un territorio".

Alta 38 metri e 13 centimetri, la Torre dei Bolognesi è stata costruita esattamente 7 secoli fa, nel 1307. Insieme a quella dei Modenesi, la Torre dei Bolognesi è l'unica superstite del notevole sistema difensivo medievale di Nonantola eretto a protezione dell'Abbazia, che comprendeva 6 torri unite tra loro dalle mura di cinta.
Impiegata nel corso dei secoli con varie destinazioni d’uso, da torre difensiva divenne carcere della comunità e poi ancora magazzino per il legname e acquedotto, prima del restauro conservativo iniziato nel 2003 e dell'attuale destinazione definitiva a museo della città.

Dal punto di vista storico e culturale Nonantola offre tantissimi spunti interessanti, dalla preistoria ai giorni nostri. Nei quattro piani in cui il Museo è stato allestito si ripercorrono a ritroso le varie fasi storiche, presentando al piano più basso i tempi recenti e al piano più alto quelli più antichi, in un’esposizione permanente dei beni archeologici, architettonici e documentali che costituiscono il patrimonio comunale. Si tratta soprattutto di reperti archeologici, documenti e fotografie.

Al primo piano si trova il volto odierno di Nonantola, gli ottant’anni dall’industrializzazione al Fascismo. Nonantola è tra le Città decorate al Valor Militare per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale. Da ricordare l'episodio di Villa Emma, in cui tra il 1942 e il 1943 vissero 73 ragazzi ebrei profughi. All’arrivo dell’esercito tedesco i cittadini di Nonantola riuscirono prima a nascondere e poi a far fuggire in Svizzera questi giovani ebrei perseguitati. Oggi i "ragazzi di villa Emma" si ritrovano ogni anno a Nonantola per ricordare questi eventi.

Al secondo piano del Museo di Nonantola viene presentata l’evoluzione della campagna e del territorio dal XVII secolo fino al primo novecento, le trasformazioni dell’agricoltura avvenute nell’Ottocento, quando con Napoleone arrivò l’esproprio dei beni e dei terreni di cui ancora godeva l’Abbazia.

Al terzo piano la storia dell'Abbazia di Nonantola e della magnifica comunità nonantolana dal 1000 al 1700. Nel 752 il monaco benedettino Anselmo, cognato del re longobardo Astolfo, fondò qui il monastero e la chiesa di S.Silvestro che divennero poi uno dei centri culturali ed economici più importanti dell’alto medioevo. In seguito alle frequenti donazioni, l'abbazia godeva di una grandissima proprietà terriera che concedeva in enfiteusi ai contadini. Da ciò nacque un singolarissimo istituto di origine medioevale, la Partecipanza Agraria di Nonantola.
La Partecipanza agraria è un'ente morale che gestisce tutt'ora come proprietà collettiva i terreni agricoli che nel 1058 l’abate Gottescalco concesse all’intero popolo nonantolano. L'Abate stabilì le regole per poter usufruire di tali privilegi: in primo luogo l'obbligo della residenza, la trasmissione ereditaria della terra per via mascolina, l'onere della costruzione di tre quarti delle mura di fortificazione del borgo e quello della difesa del monastero e del territorio di Nonantola contro tutti i nemici. Venuto a meno l'obiettivo difensivo, oggi la Partecipanza Agraria conserva la funzione di legare strettamente i nonantolani alla propria terra e il patrimonio fondiario collettivo viene ripartito ogni 18 anni a sorteggio tra i discendenti maschi delle antiche famiglie dei concessionari che corrispondono attualmente a 22 cognomi e circa a un quarto della popolazione cittadina.

Al quarto piano il museo presenta infine il periodo dalla preistoria all'avvento dei Romani. Nella sezione archeologica trovano spazio i reperti già presenti nel precedente Antiquarium, che era posto all'interno del palazzo comunale, arricchiti con alcuni dei ritrovamenti più importanti portati alla luce nel corso delle campagne di scavo realizzate in questi ultimi anni dall’Università di Venezia. Questo allestimento è stato effettuato con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
All'età del Bronzo (XVI-XIII a.C.) datano le prime testimonianze della presenza umana nel territorio di Nonantola, quando sorsero delle terramare, insediamenti sulle terre che emergevano dalle zone paludose. Tra gli insediamenti locali quello più consistente è quello di Redù.
La fondazione della colonia romana di Nonantola risale probabilmente intorno al 182 A.C. quando venne fondata anche Modena. All'epoca romana risale la centuriazione, quell’antico reticolo stradale e di opere di scolo con cui il territorio venne regolarmente suddiviso. La centuria era un appezzamento quadrato che veniva affidata ad un singolo colono dopo la conquista militare di un territorio. Lo stesso nome Nonantola secondo un’ipotesi trarrebbe la propria origine proprio dal numero delle centurie che la costituivano, appunto novanta.

Sicuramente di grande interesse è anche la visita del Belvedere, il quinto piano della Torre dei Bolognesi da cui è possibile vedere il paesaggio da ogni punto cardinale.

A piano terra infine c'è una postazione multimediale che consente una visita virtuale del museo nella sua totalità anche agli utenti diversamente abili che non possono percorrere le scale fino al quinto piano.

La cerimonia di inaugurazione del Museo di Nonantola prevede alle 11 il saluto delle autorità presso il Cinema Teatro Troisi. Intervengono Andrea Landi (Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Modena), Francesco Guerra (Assessore Comune di Nonantola), Guido Pasi (Assessore al Turismo Regione Emilia-Romagna), Beniamino Grandi (Assessore alla Cultura Provincia di Modena), Marco Cattini (Università Bocconi di Milano, Sauro Gelichi (Università Ca' Foscari di Venezia), Luigi Malnati (Soprintendente per i Beni Archeologici della Regione Emilia Romagna) e l'On. Manuela Ghizzoni (Commissione Cultura della Camera dei Deputati).

A seguire il tradizionale taglio del nastro e l’apertura del Museo.

Presso la sala delle Colonne del Municipio è anche visitabile la mostra "1307 – 2007: i 700 anni della Rocca", un racconto per immagini della storia della Torre dei Bolognesi, dalle foto e cartoline databili ai primi anni del secolo scorso, alle più recenti immagini che la ritraggono dopo i restauri.

Documentazione allegata

Allegati

Il programma dell'inaugurazione del Museo di Nonantola
data dell'ultimo aggiornamento: mercoledì 19 dicembre 2007
museo-nonantola.pdf (510Kb)
Proprietà dell'articolo
autore: Editoria e Web
fonte: Ufficio stampa
data di creazione: mercoledì 19 dicembre 2007
data di modifica: giovedì 20 dicembre 2007