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Comunicato stampa N° 1452 del 27/10/2006

dalla “danza” dei tortellini al velo del borlengo

le interviste in cucina raccontano il “saper fare”

Dopo una fase di selezione dei protagonisti, a luglio sono iniziate le interviste che costituiscono la base di “Storie di terra e di rezdore”. Interviste mediante registrazioni audiovisive, corredate da una ricca documentazione fotografica, proprio per immortalare le tecniche, le lavorazioni, i “saper fare” legati alla tradizione del territorio. Molte di queste si sono svolte nelle stalle e nei campi, alla riscoperta di quella biodiversità vegetale ed animale che ci apparteneva fino alla fine degli anni Sessanta, prima che il “boom” e il processo di industrializzazione la riducessero sempre più. Nei pascoli, seguendo gli ultimi greggi che nell’Alto Appennino ancora seguono le vie della transumanza. In cucina, filmando “la danza” che il corpo esegue quando si impasta e si tira una sfoglia o il momento in cui si chiude un tortellino per il giorno di festa.

   Il video è elemento fondamentale: come tramandare ai posteri, altrimenti, la cottura delle crescentine nelle tigelle accanto alle braci del camino, il taglio chirurgico dei quadrettini da mettere nel brodo, il velo trasparente dei borlenghi cotti nel “sole”, le infinite sfoglie della Torta degli Ebrei di Finale Emilia, i piatti della montagna come la “sulada” o la “surblà” ?

   La cucina è la continuazione naturale della campagna, dell’orto e della terra. Un  vero e proprio “atto agricolo”. E allora il viaggio continua attraverso le lavorazioni artigianali, i “saperi” dei contadini: dal casaro che “batte” le forme di Parmigiano-Reggiano per cercarne i difetti, al vignaiolo che lascia fermentare il lambrusco naturalmente nelle bottiglie. Dal fornaio che cura la “madre” del pane fino al beccaio che fa la “pcaria” – lo smontaggio del maiale per ottenere carni e salumi – nel casolare di campagna.

   La straordinaria normalità del loro lavoro e la naturalezza dei loro gesti si intreccia con i fili della storia di quelle  zone. Ricostruisce l’evoluzione della mezzadria, la nascita delle cooperative sociali e, in montagna, il sorgere dei caseifici intorno alle parrocchie. Storia e folklore, con i canti delle mondine e dei maggi.

   Il destino ha voluto che venisse filmato per l'ultima volta Nicolino Nicioli, 80 anni, l'ultimo cantore del maggio delle ragazze di Riolunato, pochi giorni prima della sua scomparsa. Una prova, se mai ce ne fosse bisogno, della necessità di salvare questo patrimonio prima che sia troppo tardi.

Scheda informativa

Scheda informativa
Data comunicato
27/10/2006
Numero
1452
Ora
16
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Ufficio di riferimento
ufficio: ·› Area Amministrativa
··› Servizio Affari Generali e Polizia Provinciale
···› Ufficio Stampa
Proprietà dell'articolo
autore: Ufficio stampa
data di creazione: venerdì 27 ottobre 2006
data di modifica: venerdì 27 ottobre 2006