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Comunicato stampa N° 1614 del 22/11/2005

doping \ 1 - i dati della direzione nazionale antimafia
vigna: "commercio illegale gestito dalla criminalità"

Ogni anno in Italia circa 400 mila persone assumono sostanze dopanti. Sono soprattutto culturisti "fai da te" e frequentatori di palestre, il luogo di destinazione principale di un commercio stimato in circa 600 milioni di euro. Una somma che finisce in gran parte nella mani della criminalità organizzata. E’ questo, in sintesi, il quadro che emerge da una indagine della Direzione nazionale antimafia sul fenomeno del doping in Italia nel 2004.

La ricerca è stata presentata da Pierluigi Vigna, magistrato ed ex procuratore nazionale antimafia e Sandro Donati, coordinatore di Liberasport, durante il consiglio straordinario che si è svolto oggi, martedì 22 novembre, nella sede della Provincia di Modena.

"Ormai è provato - ha affermato Vigna – che sul commercio di sostanze anabolizzanti le organizzazioni mafiose hanno costruito interessi sempre più consistenti. Abbiamo individuato diverse palestre gestite da criminali e spesso le rotte internazionali del doping sono le stesse degli stupefacenti. Per combattere questo fenomeno servono anche nuovi strumenti di indagine e di contrasto".

I dati illustrati nel documento si basano sugli interventi effettuati dalle forze dell’ordine in questi ultimi anni. Emerge che l’Emilia Romagna è tra le regioni dove questo fenomeno risulta più attivo insieme a Lombardia, Lazio, Molise e Campania, regione quest’ultima dove il commercio di sostanze dopanti si intreccia con altre attività criminali, dal traffico di stupefacenti al contrabbando.

Nel 2004 sono state sequestrate oltre due milioni e 200 mila dosi, di cui l’81 per cento sostanze anabolizzanti, il 28 per cento di Gh (ormone della crescita), il 14 per cento Epo e il 16 per cento stimolanti, per un valore complessivo di quasi otto milioni di euro. Nel 19 per cento dei casi insieme a sostane dopanti sono stati trovati anche stupefacenti.

Come ha spiegato Vigna, le dosi sequestrate rappresentano solo il 15 per cento del totale di quelle effettivamente consumate in Italia.

Un traffico che si snoda attraverso molteplici rotte internazionali con radici nell’est europeo, Thailandia, Spagna e Grecia.

Scheda informativa

Scheda informativa
Data comunicato
22/11/2005
Numero
1614
Ora
12
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Proprietà dell'articolo
data di creazione: martedì 22 novembre 2005
data di modifica: lunedì 20 febbraio 2006