La storia del parapendio vede alle proprie spalle innumerevoli tentativi, tragici e ingenui insieme, prima di approdare alle vele altamente tecnologiche e sofisticate che, chiuse in uno zaino, rappresentano oggi l’unico bagaglio al seguito di un parapendista. Attualmente la tecnica di progettazione e costruzione di un parapendio conserva una natura squisitamente artigianale, frutto di una esperienza diretta del costruttore che misura in prima persona il frutto del proprio lavoro, attraverso la solitaria percezione dei movimenti e delle correnti che si presentano in volo.

Per gli oltre 15 mila parapendisti attivi in Italia volare, spiegano gli appassionati, "è una parola che evoca sensazioni ed emozioni contrastanti, volare è più che un'attività, è un mondo di cose inaspettatamente nuove e antiche insieme, volare è silenzio, è il fruscio dell’aria tra le funi della vela, è il mondo che si allontana sotto i piedi, è percepire la forza potente che ci spinge in alto verso l’ignoto, mano invisibile di un’entità di cui sentiamo di essere inspiegabilmente parte". Insomma, il volo come passione ma anche ancestrale desiderio che perde tra storia e leggenda le proprie origini. Dopo secoli di studi e tentativi compiuti dall’uomo per carpire il segreto degli uccelli, il parapendio è senz’altro la risposta più vicina alla soddisfacimento di questo antico bisogno.

La data di nascita della disciplina sportiva del parapendio è relativamente recente. Tradizionalmente viene fatta risalire al 1978 quando tre paracadutisti francesi, un po’ per amore di avventura un po’ per risparmiare sui costi dei voli aerei, iniziarono i primi lanci dal monte Pertuiset sopra Miuessy. Nel corso degli anni Ottanta sono stati messi a punti materiali e tecnologie per garantire le prestazioni di volo e la sicurezza. Oggi un’attrezzatura di livello medio-alto ha un costo che si aggira sui 5 mila euro. I primi Campionati del mondo sono stati disputati nel 1989, i primi Italiani nel 1991.