«Il Governo deve assumersi le proprie responsabilità e dare una risposta alle esigenze delle famiglie fornendo i docenti e il personale necessario, dalle scuole d'infanzia alle medie, per far fronte all'aumento del numero di bambini e studenti». Lo hanno affermato l'assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi e l'assessore provinciale all'Istruzione Elena Malaguti, a margine di un incontro nell'ambito del percorso di revisione della legge regionale sui nidi d'infanzia avvenuto in Provincia venerdì 1 luglio, evidenziando che invece accade che «il governo imponga tagli persino più drammatici dello scorso anno e contemporaneamente addossi agli enti locali i compiti che gli sono propri».

Lo scorso anno la Regione è intervenuta con un bando del valore di 55 milioni di euro per sostenere le scuole d'infanzia garantendo così la possibilità di aprire le sezioni necessarie. «È stata una scelta politica - ha sottolineato l'assessore Marzocchi - che ha supplito a una grave carenza del governo con un investimento straordinario di risorse per non lasciare soli i cittadini. Ma sono risposte che non devono spettare a noi: abbiamo fornito al governo i dati da cui emergono necessità e bisogni e stiamo operando perché faccia quanto gli compete ma corriamo il rischio che i bambini che escono dal nido non riescano a entrare alla scuola d'infanzia».

Il tema della carenza di organici, sia dei docenti che del personale di assistenza, parte dalla scuola d'infanzia e, aggiunge l'assessore Malaguti «si riverbera sugli altri ordini di scuola. Quest'anno non ci sarà più il tempo prolungato alle medie e questo creerà gravi difficoltà alle famiglie, soprattutto di quegli studenti che magari lo avevano scelto dallo scorso anno e che si erano organizzate di conseguenza. Il governo - ribadisce l'assessore - continua a imporre tagli che non tengono conto della realtà. Il quadro generale è quindi di grave preoccupazione e mi auguro che l'ufficio scolastico regionale nell'assegnare l'organico di fatto recuperi, almeno in parte, i posti cancellati ma si tratta di una situazione che rimane comunque critica e che danneggia gravemente la scuola e gli studenti».