19 marzo 2009
Indirizzare le trasformazioni urbanistiche e territoriali limitando l’uso di nuovo territorio non urbanizzato, favorendo il recupero e la riqualificazione dell’esistente, ampliando le aree protette e puntando su qualità ambientale e sicurezza. Sono le linee del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) che mercoledì 18 marzo è stato approvato dal Consiglio provinciale di Modena. Hanno votato a favore Pd e Prc, contro Lega Nord e gruppi del Pdl (Fi, An e Popolari Liberali), astensione per i Verdi. Il Piano era stato adottato lo scorso luglio con il voto contrario dei Verdi e dei gruppi del Pdl.
Tre anni di lavoro, una trentina di pubblicazioni di approfondimento preparatorie e un prodotto finale di oltre duemila pagine di testo, tra norme ed elaborati del quadro conoscitivo e della relazione generale, con 329 tavole cartografiche: 173 del quadro conoscitivo e 156 del Piano. Sono solo alcune delle cifre del Ptcp, il principale strumento di pianificazione a medio-lungo termine sull’uso del territorio, che indica ai Comuni gli obiettivi di qualità e i limiti sui quali impostare la pianificazione urbanistica comunale.
Dopo la fase delle osservazioni, circa la metà delle quali accolta, il Piano «risulta confermato nel suo impianto di base – spiega il presidente della Provincia Emilio Sabattini – a cominciare dalle scelte che vogliono conciliare l’esigenza di continuare a garantire gli strumenti per la crescita competitiva del sistema economico, soprattutto in un momento di crisi, con la necessità di preservare l’ambiente in cui viviamo. Il territorio è un bene finito, e in questi decenni Modena ne ha usato parecchio. Anziché la crescita senza controllo, abbiamo scelto come modello – aggiunge Sabattini – uno sviluppo che fa della qualità e non della mera quantità la chiave decisiva dell’identità locale e della competitività economica e territoriale. Ciò significa contenere l’espansione favorendo la riqualificazione dell’esistente».
Per l’edilizia residenziale si fissa un limite per l’espansione (tra il 3 e il 5 per cento del costruito) con circa un quarto della nuova offerta abitativa destinato all’edilizia sociale. Per gli insediamenti produttivi vengono privilegiate polarità forti e qualificate, di numero limitato (dieci), connesse alle infrastrutture principali. Rafforzate le reti ecologiche, le aree protette, il risparmio energetico e la sicurezza del suolo.
Trovano conferma nel Ptcp, infine, le scelte che mirano a recuperare i ritardi nelle infrastrutture e nei sistemi di accessibilità. Innanzitutto gli interventi di potenziamento del sistema ferroviario, l’attivazione dell’Alta capacità, la metropolitana di superficie Modena-Bologna, l’apertura dello scalo merci di Marzaglia collegato a quello di Dinazzano, e quelli sulla viabilità: l’autostrada Cispadana, il completamento della Pedemontana, la bretella Campogalliano-Sassuolo, il prolungamento della complanare all’Autosole fino a Modena sud, il miglioramento della viabilità di penetrazione verso la montagna, oltre al potenziamento della rete di piste ciclabili.
autore: | Editoria e web |
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fonte: | Ufficio stampa |
data di creazione: | giovedì 19 marzo 2009 |
data di modifica: | giovedì 19 marzo 2009 |