La Provincia di Modena, con il voto unanime del Consiglio provinciale, ha contribuito ad acquistare nel 2003, con una spesa di 20 mila euro, cento ettari di foresta tropicale in Costarica nello «spirito del protocollo di Kyoto per contribuire in modo concreto a tutelare l’ecosistema con la riduzione delle emissioni di gas serra e nell’ambito di un progetto di cooperazione internazionale nel quale sono impegnate le Guardie ecologiche volontarie, legate alla Provincia da una specifica convenzione».

Lo afferma il vice presidente della Provincia Maurizio Maletti, già assessore nella giunta del 2003 che approvò il provvedimento, in merito ai rilievi della Procura della Corte dei Conti che riguardano, in particolare, presunte irregolarità contabili e di procedura. In un primo tempo, infatti, «la Procura aveva contestato la legittimità della spesa in sé, perché ritenuta (erroneamente) non prevista né dalla legislazione nazionale né dagli atti programmatici dell’ente, ma le nostre osservazioni – spiega Maletti citando la memoria difensiva della Provincia – hanno dimostrato la legittimità dell’operato del Consiglio alla luce del Piano di azione operativo Agenda 21 locale, che aveva posto tra i suoi specifici obiettivi la salvaguardia della biodiversità e l’acquisto di quote di Co2 da Paesi terzi, e della normativa nazionale che consentiva la spesa». In particolare, il riferimento è alla legge 68 del 1993 che, all’articolo 19, consente a Comuni e Province di destinare somme (fino allo 0,80 per cento dei primi tre titoli delle entrate correnti del bilancio) al sostegno di programmi di cooperazione e interventi di solidarietà internazionale.

«Noi quindi siamo assolutamente sereni – aggiunge Maletti – anche per la regolarità e la trasparenza delle procedure seguite. E proprio per il ruolo svolto dalle Gev modenesi in Costarica – ricorda il vicepresidente della Provincia – due settimane in Campidoglio sono state premiate con il “Bosco per Kyoto”, un riconoscimento assegnato a chi si distingue nella difesa dell’ambiente, con particolare riferimento al risparmio energetico e alla riduzione di gas serra nell’atmosfera».

Maletti, poi, contesta l’affermazione della Procura per cui i modenesi avrebbero subito un danno dall’iniziativa attraverso «una minore conservazione al patrimonio ambientale locale»: «Nessun danno – è la replica – anzi, possiamo affermare che, mentre ci impegnavamo in questa e in altre iniziative internazionali, a Modena abbiamo portato parchi e aree protette all’11 per cento del territorio e con il nuovo Ptcp contiamo di arrivare al 15 per cento entro pochi anni».

Rispetto alla contestazione della Procura che la procedura da seguirsi per assegnare il contributo avrebbe dovuto essere diversa, la Provincia spiega come la normativa non prevedesse in questo caso l’obbligo della gara e che la cifra di 20 mila euro non giustificasse i costi per l’amministrazione legati a una procedura concorsuale.

Il viaggio in Costarica per la firma dell’accordo internazionale, costato complessivamente seimila euro, anche quello contestato dalla Corte dei Conti, non prevedeva solo la visita all’area in questione, ma faceva parte dell’attività più complessiva dell’ente nell’ambito della Cooperazione internazionale allo sviluppo, avviata già nel 1996 con l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio provinciale di un ordine del giorno.

Il viaggio prevedeva anche appuntamenti con l’Istituto nazionale di Biodiversità, la visita al Centro di educazione ambientale costruito con il finanziamento di Gev e Provincia, un incontro con il ministro dell’Ambiente, visite in diversi parchi e strutture protette per incontri e scambi di esperienze con direttori e tecnici delle strutture.