Comunicato stampa N° 244 del 27/02/2006
Divieto assoluto di costruire nelle aree dove sono presenti frane attive, mentre nelle zone dove si sono verificati in passato movimenti nel terreno o dichiarate "potenzialmente instabili" si potrà intervenire solo in casi particolari. Sono queste le regole di fondo contenute nella variante al Piano territoriale di coordinamento provinciale che ridisegna la mappa del rischio idrogeologico in montagna e pianura.
Il documento è stato adottato dal Consiglio provinciale con il voto favorevole della maggioranza (Ds, Margherita, Prc e Verdi), contrari FI, An e Udc, astenuta la Lega nord.
"Più sicurezza senza ingessare – ha affermato Maurizio Maletti, assessore provinciale alla Programmazione – è il filo conduttore di questo provvedimento che, attraverso una cartografia più puntuale, fotografa il territorio individuando anche le frane di minori dimensioni, permettendo una più efficace pianificazione del territorio".
Dal quadro conoscitivo contenuto nella variante, in oltre un quinto del territorio collinare e montano sono presenti 3.873 "fenomeni gravitativi" tra frane attive, quiescenti e aree potenzialmente instabili, comprese le microfrane inferiori ai quattro ettari di superficie. Il dissesto è stato fotografato applicando una scala 1:10 mila invece che 1:25 mila come avveniva finora.
Su una superficie collinare e montana di 1410 chilometri quadrati, quasi 80 (5,6 per cento) sono interessati frane attive (quelle che hanno dato segnali di movimento negli ultimi 30 anni), oltre 260 (quasi il 19 per cento) da frane quiescenti, cioè ferme da oltre 30 anni, mentre le aree potenzialmente instabili con evidenti fenomeni erosivi arrivano a 45 chilometri quadrati (3 per cento). In totale le aree con possibili criticità coprono un superficie di quasi 400 chilometri quadrati pari al 27 per cento del totale.
Applicando alle zone collinari e montane un "indice di pericolosità", il piano territoriale individua i diversi gradi di limitazione, dal divieto assoluto di costruire ai casi in cui occorre seguire determinate prescrizioni per prevenire i danni.
Con l’adozione da parte del Consiglio e la pubblicazione sul Bollettino regionale scattano i 60 giorni durante i quali la Provincia raccoglierà eventuali osservazioni da parte di Comuni, associazioni e cittadini, prima di arrivare all’approvazione definitiva.
Data comunicato | 27/2/2006 |
---|---|
Numero | 244 |
Ora | 12 |
chiusura della tabella |
data di creazione: | lunedì 27 febbraio 2006 |
---|---|
data di modifica: | venerdì 17 marzo 2006 |