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Comunicato stampa N° 1525 del 04/11/2005

centro unico per l’innovazione "democenter-ex sipe"
dal consiglio provinciale via libera allo statuto

Dopo il progetto di costituzione del Centro unico per l’innovazione attraverso la fusione per incorporazione di Democenter e del Consorzio Sipe, il Consiglio provinciale di Modena ha approvato nei giorni scorsi anche lo statuto del nuovo ente, che avrà un capitale sociale di 1,2 milioni di euro. La Provincia sarà uno dei principali azionisti con una quota del 16,5 per cento, pari a quasi 200 mila euro, insieme a Camera di Commercio (socio di maggioranza con le associazioni imprenditoriali), Università, banche e ai principali Comuni.

Lo statuto è stato approvato con il voto favorevole di Ds, Rifondazione comunista e Margherita, quello contrario di Lega, Udc e An e l’astensione di Forza Italia e Verdi. "Il volume di affari del nuovo soggetto – ha ricordato l’assessore provinciale agli Interventi economici Morena Diazzi – sarà intorno ai tre milioni di euro all’anno e potrà contare su circa 40 fra dipendenti e collaboratori operando per favorire il trasferimento di conoscenze e tecnologie, rafforzando la collaborazione fra mondo produttivo e della ricerca, e per valorizzare le conoscenze e competenze tecnico-scientifiche del nostro territorio ".

Proprio per questi aspetti Andrea Sirotti (Ds) ha giudicato l’operazione "una scommessa positiva" e anche il capogruppo di Rifondazione Aldo Imperiale si è dichiarato favorevole perché "in questo modo si dà un senso allo sviluppo e si immettono nell’innovazione le priorità pubbliche". Imperiale, inoltre, ha auspicato che venga mantenuta la gratuità dell’incarico per gli amministratori, nonostante il nuovo statuto preveda la possibilità del compenso, e che l’ex Sipe "venga considerato come una semplice opportunità e non un vincolo". Della stessa opinione anche Walter Telleri (Verdi) che però ha contestato la mancata attenuazione nella formulazione dell’articolo 2 dello statuto, che cita appunto tra gli obiettivi "la realizzazione di un sistema di promozione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico nell’area ex Sipe di Spilamberto". Anche Telleri si è detto contrario alla prevista possibilità di compenso per gli amministratori, ma si è comunque dichiarato convinto che l’unificazione risponda "a un’esigenza reale del nostro territorio".

Claudia Severi, capogruppo di Forza Italia, si è detta in sintonia con la dichiarazione di intenti del documento ma in dubbio "sulla reale ricaduta delle affermazioni e delle buone intenzioni, così come dell’efficacia dello strumento adottato".

Secondo Giorgio Barbieri (Lega Nord) "la corsa a entrare nel consiglio di amministrazione del nuovo soggetto è l’unica vera e grande preoccupazione delle forze di governo del territorio provinciale". Per Barbieri, infatti, "se si pensasse a quanto sono costati finora i centri di innovazione e a quanto hanno prodotto, il bilancio sarebbe certamente negativo: sarebbe meglio, quindi, creare un centro regionale che valorizzi le specificità provinciali e che avrebbe un duplice vantaggio: meno posti nei consigli d’amministrazione e meno frammentarietà da una parte, e più soldi e maggior credibilità dall’altra". Anche per Luca Caselli (An) la creazione del Centro unico "giova soltanto a chi è ancora senza poltrona" e non si può presentare "come soluzione al problema dell’innovazione e dello sviluppo. Il problema è che il sistema Modena è in crisi perché chiuso in se stesso e in mano a politici e cooperative che la fanno da padroni".

Scheda informativa

Scheda informativa
Data comunicato
4/11/2005
Numero
1525
Ora
12
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Proprietà dell'articolo
data di creazione: venerdì 4 novembre 2005
data di modifica: lunedì 20 febbraio 2006