Nel triennio 2005-2007 il rispetto del patto di stabilità per gli enti locali non riguarderà più il saldo finanziario (la differenza tra entrate e spese) ma il controllo sarà concentrato sulle spese con la previsione di nuovi vincoli, sia per le spese correnti che per gli investimenti. E’ una delle norme previste dalla Finanziaria 2005, in discussione in Parlamento, che introduce anche novità rispetto ai tributi, ai trasferimenti erariali, ai finanziamenti a lungo termine, alla gestione del debito, al sistema di tesoreria e alla gestione del personale.

La sanzione prevista per chi nel 2005 non riuscisse a rispettare i vincoli del nuovo patto di stabilità è piuttosto pesante: questi enti locali, infatti, nel 2006 dovrebbero ridurre del 10 per cento le spese per l’acquisto di beni e servizi, non potrebbero assumere personale e non avrebbero la possibilità di effettuare investimenti ricorrendo all’indebitamento. E nel 2005 il patto di stabilità, inoltre, sarà applicato anche ai Comuni che superano i tremila abitanti, mentre oggi riguarda solo quelli sopra i cinquemila.

Oltre a non accettare la proposta Anci sui tributi di scopo, il governo ha previsto nella finanziaria la possibilità di aumento dell’Irpef solo dello 0,1 per cento e solo per gli enti locali che non lo hanno ancora fatto. Tra le novità sui tributi anche gli aggiornamenti catastali, gli oneri di urbanizzazione destinabili alle spese correnti solo per il 50 per cento, lo slittamento al 2006 del passaggio da tassa a tariffa della Tarsu (rifiuti).

I trasferimenti erariali a Comuni e Province vengono ridotti, sulla base di diverse quote in base alle situazioni, e non è previsto nemmeno il programmato recupero dell’inflazione.

Nuovi vincoli sono inseriti anche nei finanziamenti a lungo termine, così come nella gestione del debito, mentre per il personale si profila il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato.