CHIESA DI SAN PAOLO, UN CONVEGNO SABATO 13 NOVEMBRE

Gli edifici storici possono "contaminarsi" con l’arte contemporanea? Quali sono i rischi, i limiti e le opportunità che possono derivare per chiese sconsacrate, castelli abbandonati o scuole in disuso da un loro utilizzo artistico? Sono le domande alle quali cercherà di dare una risposta il convegno "Arte alla conquista dello spazio" organizzato dalla Provincia di Modena nell’ambito di Oustep, progetto europeo per la valorizzazione di monumenti abbandonati attraverso interventi di artisti contemporanei.

Il convegno si terrà sabato 13 novembre nella chiesa di San Paolo, in via Selmi, che in queste settimane ospita la mostra "Memories are made of this" sempre nell’ambito del progetto Oustep.

Verranno messi a confronto due gruppi di soggetti che rivestono entrambi un ruolo strategico nella valorizzazione e diffusione dell’arte: artisti contemporanei (Nikos Kanarelis, Dimitrios Antonitsis, Katharina Hohmann, Gianmaria Conti) e responsabili della tutela e conservazione di edifici storici (il soprintendente ai Beni storico-artistici Filippo Trevisani). Nella sessione del mattino, con inizio alle ore 10, verranno analizzati alcuni progetti di recupero di edifici storici come la "Secondary School" di Hydra in Grecia, il castello di Ettersburg in Germania e la modenese Chiesa di San Paolo, restaurata negli anni Novanta e riconvertita a contenitore di eventi culturali. Nel pomeriggio, dalle ore 17,30, è in programma una tavola rotonda sul tema "Arte alla conquista dello spazio" alla quale partecipano il presidente di Manifesta e dell’associazione internazionale dei critici d’arte Henry Meyric-Hughes, il direttore dell’Hans Arp Museum Raimund Stecker e il presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, Angela Vettese. Moderatore è Stefano Chiodi, professore di Arte e Cinema all’Università di Macerata, critico e curatore.

L’iniziativa è organizzata dalla Provincia di Modena in collaborazione con il Kuratorium Schloss Ettersburg, D*Fine Arts Atene e Malta Heritage, curata da Julia Draganovic e ha il sostegno del programma Cultura 2000 dell’Unione Europea.