Comunicato stampa N° 1305 del 03/12/2002
"Il lavoro flessibile in provincia di Modena" è il tema del convegno che si svolge mercoledì 4 dicembre, dalle 9, nella sala del Consiglio provinciale (viale Martiri della Libertà 34 a Modena). Questo appuntamento segue la presentazione dello studio su "Lavoro atipico, nuovi lavori e forme simulate di lavoro autonomo" realizzato sotto la direzione scientifica del professor Marco Biagi e portata a termine dai sui più stretti collaboratori nei mesi successivi al suo assassinio secondo quanto da lui indicato.
La giornata di studi è l’occasione per la presentazione dei risultati della ricerca - commissionata all’istituto di ricerca Genesis dall’assessorato al Lavoro della Provincia di Modena - sulle nuove forme di flessibilità lavorativa a Modena partendo da quelle preesistenti.
Dallo studio effettuato dall’equipe di ricerca guidata da Massimo D’Angelillo emerge come in molti casi i lavoratori così detti atipici non rappresentano una novità per il nostro tessuto economico. Già dagli anni sessanta, infatti, l’economia locale ha sviluppato un elevato grado di flessibilità con il conto-terzismo, le sub-forniture e i noleggi di attrezzature. Il vero elemento di novità è semmai rappresentato dalla massiccia trasformazione di ruoli in precedenza in forma subordinata in ruoli professionali e imprenditoriali.
La ricerca pone l’accento non solo sugli aspetti strettamente economici ma anche sui risvolti sociali derivanti da questo nuovo modi di rapportarsi all’interne del mercato del lavoro. "Non dobbiamo dimenticare – sostiene Giorgio Razzoli, assessore al Lavoro della Provincia di Modena - che c’è un confine molto labile tra una società dinamica economicamente e una società che impoverisce indirettamente i propri cittadini con forme di lavoro che aumentano il livello di incertezza del singolo e ne limitano le prospettive sul futuro".
Altra novità rispetto a quanto finora conosciuto riguardo le nuove forme di lavoro è il fatto che per quanto esse rappresentino un trend in crescita rimangono comunque numericamente marginali rispetto al totale dei rapporti lavorativi. Infatti rispetto ai dati ufficiali che parlano di oltre 40 mila atipici in provincia di Modena iscritti alla cassa previdenziale del 14 per cento, la ricerca arriva a chiarire come in realtà si possa stimare in circa 7.800 il numero di coloro che lavorano con un solo contratto di collaborazione coordinata e continuativa, pari al 3 per cento degli occupati del territorio provinciale. È infatti opportuno non considerare tutti coloro che si sono registrati presso l’Inps come collaboratori e che nel tempo sono stati assunti con contratti differenti senza essere stati cancellati, oppure coloro che svolgono anche altre attività o che risultano amministratori di società. Riguardo ai lavoratori interinali tale percentuale è nettamente più contenuta, nell’ordine dello 0,3 per cento sul totale, in quanto le missioni interinali durano in media un mese e mezzo per cui, fatte le debite proporzioni, si tratta di meno di mille lavoratori, in base ai dati disponibili relativi all’anno 2000.
Data comunicato | 3/12/2002 |
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Numero | 1305 |
Ora | 12 |
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data di creazione: | martedì 3 dicembre 2002 |
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data di modifica: | giovedì 25 agosto 2005 |