Comunicato stampa N° 700 del 2/12/2013
«Non ci sono pericoli per l'uomo dovuti alla presenza del lupo, animale schivo e diffidente difficile anche solo da avvistare. Infatti in tutta Europa non sono documentati attacchi all'uomo». Lo afferma Davide Pagliai, esperto faunistico della Provincia di Modena, che da alcuni anni segue le ricerche dedicate al ritorno del lupo nell'Appennino modenese.
Dopo un'estinzione durata decenni, il lupo ha ripopolato l'Appennino modenese. Negli ultimi anni è stata individuata la presenza di alcuni nuclei nell'area alto-collinare della provincia (da Zocca a Pavullo fino a Prignano).
A questi gruppi si aggiungono altri esemplari, più difficili da quantificare, che transitano per periodi più o meno lunghi nel territorio modenese senza però insediarsi stabilmente.
E' una specie protetta e oggetto di studi e ricerche finanziati dall'Unione europea.
«Dal punto di vista della ricchezza faunistica - spiega Pagliai - il ritorno del lupo è una buona notizia e rappresenta un segnale positivo dello stato di salute del nostro Appennino. Il lupo non è pericoloso per l'uomo e si ciba prevalentemente di caprioli e cinghiali, svolgendo quindi anche una funzione di riequilibrio faunistico. Gli assalti a ovini e caprini spesso vengono effettuati anche da cani inselvatichiti o non adeguatamente custoditi».
In altre zone italiane dove la pastorizia e maggiormente sviluppata e la presenza del lupo più consistente, l'impiego di cani addestrati alla guardia e di solide recinzioni ha migliorato la situazione. Iniziative che la Provincia sta sostenendo anche attraverso specifici contributi agli allevatori.
Data comunicato | 2/12/2013 |
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Numero | 700 |
Ora | 17 |
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autore: | ufficio stampa |
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data di creazione: | lunedì 2 dicembre 2013 |
data di modifica: | lunedì 2 dicembre 2013 |