Modena Week-End:logo L'aceto Balsamico


    Acetaia

    L'aceto balsamico fa parte delle più antiche e più autentiche tradizioni modenesi, di cui si ha traccia fin dall'undicesimo secolo e che, comunque, era certamente usato dai duchi Estensi come "regal dono". Per secoli la produzione dell'aceto balsamico (nell'asciutta acetaia di soffitta, ereditata di generazione in generazione) fu prerogativa di grandi casati come di umili famiglie, con una destinazione limitata all'uso domestico o, al massimo, al dono di prestigio. Risale al 1967 l'apertura in grande stile del discorso sull'aceto balsamico: in occasione della fiera di S. Giovanni, il comune di Spilamberto lanciò un concorso fra i produttori di aceto balsamico naturale. Rapidamente l'interesse aumentò, così nel 1969 nacque la "Consorteria dell'Aceto Balsamico Tradizionale", con lo scopo di promuovere e sostenere iniziative dirette alla produzione e alla valorizzazione dell'aceto balsamico tradizionale. Dalla Consorteria, i cui membri curano prevalentemente una produzione "amatoriale", il passo successivo fu verso la creazione del "Consorzio tra produttori di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena" per la tutela della qualità. Le caratteristiche uniche di questo aceto (il prodotto più rappresentativo dell'"artigianato" agro-alimentare italiano) sono il frutto di un periodo di invecchiamento che può oscillare dai 12 ai 25 anni e oltre. Variando solo l'etichetta con il nome del produttore, l'aceto balsamico tradizionale può essere venduto unicamente nella bottiglia disegnata per il Consorzio.

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