Modena Week-End:logo Piatti più umili per sapori più intensi


    Gnocco fritto

    Si può anche uscire con tranquillità dai binari del menù "firmato", cioè garantito dal marchio "Modena a tavola"; basta infatti restare nell'area modenese (ristoranti della città e trattorie della provincia), per avere la certezza di mangiare secondo una collaudata tradizione, che sul "menù d.o.c." intreccia interessanti variazioni. Antipasto: oltre al più nobile prosciutto si possono scegliere, nella gamma degli insaccati (si chiamano cos" perché la carne è infilata, cioè insaccata, dentro budella di maiale opportunamente trattate), i salami, che sono vari per il tipo di carne, per presenza di grasso, per tipo di macinazione, per diversità degli aromi usati per insaporire. Comunque, il più tipico è il cosiddetto "salame montanaro", fatto con carni magre di puro suino, macinate a media grossezza, insaporite con sale e pepe in grani, insaccate in budello di maiale e stagionate. Altro prodotto tipico e profumatissimo è la mortadella (il nome pare derivare o dal pestaggio della carne nel mortaio, secondo un tipico processo di lavorazione, oppure dal mirto o mortella con cui si insaporivano le carni prima che il pepe giungesse dalle Indie). La mortadella è composta da carne magra macinata finissima, più un trenta per cento di lardello tagliato a cubetti; da questi due elementi nasce l'aspetto della grossa fetta di mortadella: un tondo roseo con tanti "occhi" bianchi. Poi c'è tutta la serie delle pancette e delle coppe, nate dall'arrotolamento e dalla legatura di carni in parte grasse e in parte magre. Di aspetto meno intensamente colorato e di più umile origine sono i cosiddetti prodotti 'di recuperò, come la coppa di testa e i ciccioli: umili sì, ma spesso prediletti dai buongustai locali. Tre le minestre più tipiche che si possono trovare nelle trattorie di periferia vanno menzionati i maccheroni al pettine , conditi con ragù di carne: sono maccheroni che si confezionano a mano con strisce di pasta sfoglia e si decorano con righe, che si ottengono facendoli passare (avvolti attorno ad un bastoncino) su un pezzo del "pettine" (una componente dei vecchi telai domestici con una struttura, appunto, a "pettine"). Tra i "secondi piatti" si possono raccomandare due varianti del più nobile zampone (indicate prevalentemente per la stagione più fresca, in funzione di una maggiore digeribilità): il cotechino, che ha un impasto simile a quello dello zampone, solo leggermente più ricco di cotenne, ma è chiuso in budello di suino, e il cappello da prete, che ha lo stesso impasto, ma è avvolto nella pelle di guancia del suino, sagomata a forma di copricapo a tricorno; poi vengono le salsicce, di macinato di maiale insaccato in budellina pure di maiale, confezionate a nodi o in filze a forma di ciambella. Il dolce più tipico di Modena si chiama "bensone o belsone" (una pasta dolce, a forma di grosso pane allungato, cotta al forno e decorata con grani di zucchero); se è stato sfornato da poco ha il profumo e l'appetibilità delle cose semplici. Una volta si mangiava tagliato a fette e intinto nel lambrusco o nel vino bianco amabile di produzione locale.

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