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22 dicembre 2010

Aceto balsamico di Modena

Verso il consorzio unico di tutela dell’aceto balsamico Igp. Presentata ai produttori la proposta di statuto

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«Dopo l'ottenimento del marchio europeo Igp, ora serve un Consorzio unico di tutela per l'aceto balsamico di Modena Igp per garantire, nel modo più efficace possibile, la vigilanza rispetto ai tentativi di imitazione e concorrenza sleale e per sviluppare attività di qualificazione della produzione». Il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini, l'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni e quello provinciale Giandomenico Tomei spiegano così l'impegno delle due istituzioni  nel percorso, avviato nei mesi scorsi insieme ai produttori, per arrivare a costituire un Consorzio unico per l'aceto balsamico Igp.

Nel corso di un incontro che si è svolto mercoledì 22 dicembre nella sede della Provincia, è stata presentata ai rappresentanti dei due attuali consorzi di produttori - il Consorzio aceto balsamico di Modena e il consorzio Filiera aceto balsamico di Modena - la proposta di statuto elaborata tecnicamente da Regione e Provincia.

«Il ruolo delle istituzioni è solo di supporto e collaborazione in questo percorso - ha spiegato Sabattini - ma a poco meno di un anno dall'ottenimento del riconoscimento europeo sarebbe importante raggiungere questo risultato, utile anche per svolgere attività promozionali sia rivolte ai consumatori sia agli imprenditori, per fare apprezzare la differenza tra il prodotto controllato e certificato e quello che, invece, ne usurpa la notorietà. E' un passo importante per valorizzare il territorio e un prodotto conosciuto in tutto il mondo».

«Il Consorzio di tutela - ha aggiunto l'assessore Rabboni - è uno strumento indispensabile per non mettere a rischio l'Ipg. Un rischio altissimo, visto che l'aceto balsamico di Modena ha grandi volumi di produzione certificata, circa 80 milioni di litri, ma ci sono volumi altrettanto grandi di prodotti evocativi e, quindi concorrenziali». Rabboni ha ricordato inoltre che «il sistema di vigilanza e controllo sui prodotti Dop e Igp è ben strutturato sulla carta, ma debole nella realtà, non avendo effettiva operatività. Per questo serve il Consorzio di tutela, che deve rappresentare almeno il 66 per cento della produzione certificata. Nessuno dei due consorzi attualmente esistenti raggiunge questa quota. Per questa ragione - ha concluso - si è resa necessaria la mediazione delle istituzioni». 

Gli scopi del Consorzio sono elencati nella ipotesi di statuto: la tutela, vigilanza, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale degli interessi relativi alla Igp aceto balsamico di Modena, con un impegno specifico a «vigilare affinché, da parte di chiunque, non vengano usati indebitamente, abusivamente od illegittimamente il nome dell'aceto balsamico di Modena, ed affinché non vengano usati nomi, denominazioni, diciture e simboli comunque atti a trarre in inganno l'acquirente od il consumatore».

Il Consorzio unico sarà aperto ad aziende agricole e cantine produttrici di uve, mosti e mosti concentrati, elaboratori e confezionatori di aceto balsamico di Modena Igp, rappresentando quindi l'intera filiera.

Presentato ai due Consorzi attuali, lo statuto dovrà poi essere sottoscritto individualmente dai singoli soggetti aventi diritto. «Auspichiamo una conclusione positiva di questo percorso in tempi brevi - ha detto il presidente della Provincia - per questo motivo abbiamo chiesto ai produttori di valutare la proposta di mediazione presentata dalle istituzioni, riconvocandoli per un nuovo incontro l'1 febbraio». 
Proprietà dell'articolo
autore: Editoria e web
fonte: Ufficio stampa
data di creazione: mercoledì 22 dicembre 2010
data di modifica: mercoledì 22 dicembre 2010