Operativi da poche settimane, i sette Piani di zona modenesi saranno mercoledì 10 luglio al centro di un Consiglio provinciale straordinario (dalle 9, sala del Consiglio in viale Martiri della Libertà 34 a Modena) che ha l’obiettivo di approfondire le analisi svolte a livello distrettuale e di avviare una riflessione insieme a tutti i soggetti impegnati a diverso titolo sul sistema di welfare. I Piani di zona, infatti, sono strumenti nuovi e sperimentali che rappresentano per i diversi territori una sorta di "piano regolatore del sociale" e ai quali hanno aderito anche i principali soggetti del terzo settore. La somma degli impegni finanziari previsti per la realizzazione degli obiettivi nel solo 2002, da parte di Comuni, Aziende sanitarie e Ipab, è di circa 190 milioni di euro, quasi 368 miliardi di lire.

Nel corso del Consiglio provinciale, dopo l’introduzione dell’assessore alle Politiche sociali Giorgio Razzoli, sono previsti gli interventi di Matteo Lo Schiavo e Emanuele Ranci Ortigosa, dell’Istituto ricerche sociali di Milano.

I Piani di zona sono previsti dalla nuova normativa sull’assistenza e sono stati definiti, con il coordinamento della Provincia, dai distretti di Modena, Carpi, Sassuolo, Vignola, Mirandola, Castelfranco e Pavullo.

Con i Piani di zona si programma un sistema integrato di interventi e servizi con particolare riferimento alle scelte fondamentali da attuare, agli strumenti e alle risorse. Le aree sono quelle delle responsabilità familiari, dei diritti dei minori, del sostegno alla domiciliarità per disabili e anziani, del contrasto delle povertà e delle fragilità sociali, dell’integrazione degli immigrati, ma non mancano interventi per la promozione del terzo settore.

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