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Comunicato stampa N° 1074 del 27/09/2001

approvato il piano provinciale per l’immigrazione \ 1
"autentica integrazione degli stranieri regolari"

"Non possiamo pensare agli immigrati solo come a dei lavoratori di cui abbiamo bisogno per le nostre aziende, sono uomini, donne e bambini che hanno anche esigenze scolastiche, culturali, sociali, sanitarie... Sono persone, non schiavi". Lo ha detto Giorgio Razzoli, assessore alle Politiche sociali, concludendo mercoledì 26 settembre il dibattito in Consiglio provinciale sul Piano per le azioni di integrazione sociale a favore degli immigrati che consiste in 22 progetti un po’ in tutto il territorio, prevede un costo complessivo di un miliardo e 588 milioni di lire e un finanziamento regionale di 800 milioni.

Tra gli obiettivi del Piano - approvato da Ds, Margherita e Rifondazione; contrari Forza Italia, An, Ccd e Lega Nord – c’è l’apertura di centri servizi anche a Mirandola e Pavullo, in modo da completare la rete provinciale, lo sviluppo dell’attività di mediazione culturale, il sostegno all’integrazione scolastica e il supporto ai Comuni nella definizione di politiche abitative. "Solo un’autentica integrazione degli stranieri regolari – ha sottolineato Razzoli - può evitare rischi di disagi sociali e la crescita di un clima di intolleranza".

Alle critiche di Forza Italia, che giudica il Piano "datato" rispetto al disegno di legge del governo, Razzoli ha risposto sottolineando come "nemmeno se venisse approvata così come è stata presentata, la nuova legge modificherebbe di una virgola l’attuale normativa sull’integrazione degli stranieri che è alla base del Piano provinciale: nella maggioranza al governo, comunque, ci sono molte idee diverse su questo tema, ma nemmeno le posizioni più radicali negano la necessità di favorire l’integrazione degli stranieri regolari".

I progetti dei Comuni, che spesso coinvolgono altri enti e associazioni di volontariato, prevedono la realizzazione di corsi di alfabetizzazione e di cultura italiana, attività di scambio culturale, aiuto nella definizione delle pratiche amministrative, la diffusione della conoscenza e delle pratiche sanitarie. L’estensione della rete dei centri di servizio e dell’attività di mediazione culturale, inoltre, permette di risolvere incomprensioni che emergono nella coabitazione tra culture diverse e nel rapporto con le istituzioni, a proposito del quale, osserva Razzoli, "è importante non banalizzare il tema spulciando qua e là alla ricerca di qualche frase, magari infelice, per montare una polemica: lavorare per superare le naturali diffidenze nelle forze dell’ordine da parte degli immigrati significa, infatti, aumentare la fiducia nelle istituzioni".

Scheda informativa

Scheda informativa
Data comunicato
27/9/2001
Numero
1074
Ora
12
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Proprietà dell'articolo
data di creazione: giovedì 27 settembre 2001
data di modifica: giovedì 25 agosto 2005