Comunicato stampa N° 15 del 08/01/2001
Tre modelli per rispondere all’emergenza casa dei lavoratori stranieri. Li propone, dopo averne simulato gli effetti su un ipotetico edificio di 12 alloggi, la Consulta provinciale dell’immigrazione rivolgendosi con un documento approvato nei giorni scorsi anche ad associazioni economiche e fondazioni bancarie perché facciano la loro parte "mettendo a disposizione le risorse finanziarie finalizzate alla realizzazione di alloggi sociali come sta avvenendo in altre città dell’Italia del nord"
Gli alloggi possono essere realizzati direttamente dal datore di lavoro ma gli deve essere consentito di assimilare ai fini fiscali la struttura abitativa a uno strumento dell’impresa. In cambio delle agevolazioni fiscali il canone dovrà essere concordato, mentre in caso di interruzione del rapporto di lavoro l’ex dipendente dovrà avere il tempo necessario a trovarsi un altro alloggio.
Il secondo modello proposto prevede un finanziamento del datore di lavoro (che potrà vantare un credito d’imposta) a un soggetto chiamato a realizzare e gestire la struttura abitativa restituendo parzialmente il finanziamento nel giro di alcuni anni. Il terzo percorso indicato dalla Consulta è il contributo diretto al dipendente per pagare l’affitto con l’eliminazione degli oneri fiscali e degli obblighi contributi relativi alla cifra del canone.
"Il risultato della simulazione - commenta il presidente della Consulta Valter Reggiani - ha dimostrato la fattibilità dei tre modelli, i canoni contenuti e la semplicità di applicazione. Tocca al legislatore e alle forze politiche e sociali definire le modifiche all disposizioni fiscali necessarie a fare decollare iniziative di questo tipo".
Sull’esigenza per Modena di interventi sulle politiche abitative, la Consulta non ha dubbi: sta crescendo, per esempio, la domanda di alloggi pubblici da parte degli immigrati che, grazie all’alto punteggio a cui hanno diritto, vedono aumentare anche le assegnazioni, che oggi con circa 1270 nuclei familiari rappresentano il 23 per cento del patrimonio Iacp; nel 1996 erano il 12 per cento. E le graduatorie sono sempre più lunghe: le domande sono in aumento e hanno superato quota cinquemila (più 34 per cento nel ’99 rispetto al 98), mentre ogni anno si assegnano meno di 300 alloggi.
"Intervenire a favore dell’accesso all’alloggio per gli immigrati a basso reddito - aggiunge Reggiani - non è una scelta assistenziale, ma un elemento indispensabile sia per evitare gravi problemi di ulteriori allungamenti delle graduatorie sia per favorire il percorso di inserimento e integrazione degli stranieri".
Data comunicato | 8/1/2001 |
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Numero | 15 |
Ora | 12 |
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data di creazione: | lunedì 8 gennaio 2001 |
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data di modifica: | giovedì 25 agosto 2005 |