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Comunicato stampa N° 889 del 07/08/2001

i dati arpa sulla qualità dell’aria nel 2000 / 1
situazione stazionaria, polveri fini e ozono oltre i limiti

Sono le concentrazioni di polveri il parametro più critico della qualità dell’aria nel modenese. Preoccupano anche i frequenti superamenti dei limiti delle concentrazioni di ozono (vedi comunicato n. 890) dovuti al caldo estivo. Per gli altri parametri, con i quali si misura l’inquinamento atmosferico (come il benzene e il biossido di azoto), la qualità dell’aria nel modenese risulta stazionaria.

Sono questi, in sintesi, i risultati contenuti nella relazione annuale sulla qualità dell’aria nel 2000 nel territorio provinciale, realizzata dall’Arpa, l’agenzia regionale prevenzione e ambiente, in collaborazione con la Provincia di Modena. I dati sono raccolti tramite una rete di 16 centraline di controllo: cinque a Modena , le altre in provincia

Per il direttore dell’Arpa di Modena Paolo Mazzali "possiamo definire accettabile la qualità dell’aria, ma permangono alcuni punti critici in prossimità delle aree urbane che manteniamo monitorati costantemente grazie ad una sistema di controllo tra i più avanzati in Italia".

Prodotte dal traffico, dagli impianti di riscaldamento, e da alcune lavorazioni industriali tra cui la ceramica, le polveri sospese sono tra gli inquinanti più nocivi per la salute; tra queste le particelle più piccole, le polveri fini, sono le più pericolose perché possono raggiungere la parte più profonda dell’apparato respiratorio.

Il monitoraggio delle polveri fini effettuato nella città di Modena ha rilevato nella postazione in via Nonantolana una concentrazione media annua superiore all’obiettivo di qualità imposto dalla legge. Nell’altra postazione urbana - piazza XX Settembre - la situazione rispetta invece l’obiettivo di qualità. A Carpi i rilevamenti sono iniziati solo di recente e i dati non sono in numero sufficiente per effettuare il confronto con il riferimento normativo.

Per il benzene le campagne di monitoraggio, eseguite a Modena, Carpi, Sassuolo, Castelnuovo, Nonantola e Castelfranco Emilia, hanno evidenziato il rispetto degli obiettivi di qualità, mentre le giornate ecologiche senz’auto non hanno avuto effetti significativi sui livelli di concentrazione.

"L’emergenza principale rimane il traffico - afferma Ferruccio Giovanelli, assessore provinciale all’Ambiente – anche perché ciascuna autovettura emette ogni anno nell’atmosfera una quantità di anidride carbonica pari al doppio del suo peso e tanti altri veleni".

Una notizia positiva sul fronte del traffico arriva dai controlli del monossido di carbonio, altro inquinante prodotto dagli autoveicoli: dalle ricerca emerge un significativo il calo delle concentrazioni grazie soprattutto all’effetto positivo delle marmitte catalitiche.

Diminuiscono anche gli episodi di superamento dei limiti per il biossido di azoto, un inquinante prodotto soprattutto dai motori a gasolio; rimane tuttavia critica la situazione lungo la via Emilia a Castelfranco Emilia. Entro i limiti anche le concentrazioni di biossido di zolfo.

Dalla ricerca, infine, emerge anche il "contributo" modenese all’effetto serra: nel 1999 il sistema civile e industriale modenese ha "scaricato" nell’atmosfera oltre otto milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente, con un incremento del 9 per cento rispetto al 1990. Principali imputati risultano ancora una volta il traffico, gli impianti di riscaldamento, ma anche le discariche di rifiuti.

Scheda informativa

Scheda informativa
Data comunicato
7/8/2001
Numero
889
Ora
12
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Proprietà dell'articolo
data di creazione: martedì 7 agosto 2001
data di modifica: giovedì 25 agosto 2005