La produzione del melone è divenuta, soprattutto, negli ultimi anni una componente importante dell’agricoltura modenese nel suo complesso e specificamente nell’area nord della provincia ove normalmente sono praticate colture estensive, legate alla Pac ed all’aiuto comunitario che non danno un reddito sufficiente.

Lo scorso anno questa coltura è risultata stabile sia come superficie sia come rese produttive: 440 ettari la superficie di produzione e una resa complessiva di 240 quintali per ettaro per un raccolto complessivo di 106 mila quintali (98 mila nel 1999). Buona anche la qualità del prodotto sia in serra che in tunnellino, mentre l’andamento del mercato è stato positivo fino alla metà di luglio poi si sono registrati forti ribassi dei prezzi a causa dello sciopero dei trasportatori.

La produzione lorda vendibile nel 2000 del melone è stata di 9 miliardi e 504 milioni (meno 2,7 miliardi rispetto al ’99) con un prezzo unitario di 90 mila lire al quintale (125 mila lire l’anno precedente).

La produzione di serra ha una Plv elevata ed è l’unica che consente nell’area delle valli un reddito elevato e che consente di offrire lavoro. La maggior parte della superficie a melone è in coltura protetta in serra fredda ponendo l’areale fra i primi per intensità di coltivazione a livello regionale; la restante parte è in tunnel piccoli o a pieno campo.

La tipologia di melone prodotta è del tipo Harper, un melone retato di caratteristiche gustative ottime ormai noto da 30 anni e presente da moltissimo nelle liste varietali. L’unicità della varietà e l’unicità del terreno ove viene prodotta - argilloso tenace e relativamente fertile - fanno di questa unione prodotto-territorio una cosa quasi unica.