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Comunicato stampa N° 311 del 19/3/2009

ptcp, il dibattito in consiglio provinciale

“sviluppo di qualità”, “ambiente? solo propaganda”

«Il Piano territoriale è uno strumento che serve a indirizzare per i prossimi anni le trasformazioni urbanistiche limitando l’uso di nuovo territorio non urbanizzato, favorendo il recupero e la riqualificazione dell’esistente, ampliando le aree protette e puntando su qualità ambientale e sicurezza. E questo strumento sarà a disposizione di chiunque sarà al governo». Lo ha detto il vice presidente della  Provincia di Modena Maurizio Maletti concludendo il dibattito sull’approvazione del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) che mercoledì 18 marzo ha ottenuto il voto a favore di Pd e Prc; contrario di Lega Nord e gruppi del Pdl (Fi, An e Popolari Liberali), con l’astensione dei Verdi. Il Piano era stato adottato lo scorso luglio con il voto contrario dei Verdi e dei gruppi del Pdl.

Prima del dibattito è stata bocciata la richiesta di Dante Mazzi (FI-Pdl) di rinviare il provvedimento al prossimo mandato amministrativo in quanto considerato «inopportuno che a pochi mesi dalle elezioni si proponga al Consiglio una pianificazione che avrà ripercussioni sull’intero territorio provinciale per i prossimi dieci anni». Per Mazzi, inoltre, «non c’è stata volontà di ascolto dei tanti cittadini e comitati che hanno presentato osservazioni». E il consigliere di Forza Italia ha criticato anche la mancanza di sanzioni per i Comuni che non rispettassero le norme del Ptcp. Unica nota positiva, l’aver accolto «la mia proposta di dare più peso agli enti locali nel procedimento di valutazione di impatto ambientale sul deposito gas di Finale». La capogruppo di Forza Italia-Pdl Claudia Severi ha criticato la chiusura del Ptcp alla crescita su collina e montagna, la mancanza di progettualità rispetto alla mobilità e ha definito «solo propaganda» il tema ambientale: «La prova è il Piano cave sovradimensionato».

Anche per Tomaso Tagliani (Popolari Liberali – Pdl) il Piano «non è certo ambientalista, basta guardare il degrado in cui versa la montagna». E ha affermato che «i Comuni continueranno a fare i loro interessi». Dopo aver citato l’esempio di Cava la Quercia («c’è una frana ma si continua a prevedervi la possibilità di realizzare una discarica»), Tagliani ha espresso il desiderio che «si prestasse un occhio di riguardo alla montagna». Cesare Falzoni (An-Pdl) ha ribadito che «i Comuni non hanno alcun obbligo di rispettare quanto previsto dal Piano. Si tratta quindi di una montagna di carta inutile che non avrà alcun  effetto».

«Non è un Ptcp ambientale ma compartecipato» ha affermato Giorgio Barbieri (Lega Nord)  per indicare gli interessi in campo. «Riqualificare l’esistente va bene» ha aggiunto Barbieri per poi però criticare una serie di scelte tra le quali: l’area ex Sipe («spaventosa rispetto alle esigenze dei cittadini»), l’area ecologica attrezzata di Castelfranco («non ha dotazione viaria»), l’Alta velocità («qual è l’incremento nel trasporto merci?»), l’aver concesso edificabilità a Bosco Albergati. E ai consiglieri di Rifondazione ha chiesto: «Come si fa a votare contro il Piano cave e a favore del Ptcp che lo contiene?».

«Questo Piano considera il territorio un bene comune da tutelare» ha replicato in dichiarazione di voto Stefano Lugli (Prc), mentre il capogruppo Aldo Imperiale ha spiegato come «aver posto un limite all’espansione» sia l’elemento innovativo alla base del giudizio del gruppo perché definisce «un obiettivo di più avanzato governo del territorio». Altri elementi qualificanti sono relativi all’edilizia residenziale sociale e alle aree produttive, mentre rimane il nodo della mobilità: è sbagliato puntare su autostrade e alta velocità, invece che «sull’alta accessibilità».

Anche Walter Telleri (Verdi) ha dichiarato di «condividere la filosofia del Ptcp, ma non come questa filosofia è stata applicata, soprattutto in un momento di crisi che rappresenta la fine di un modello di sviluppo». Tra le critiche: Cispadana, ex Sipe, gli interventi in montagna («più vincoli che opportunità»), l’ipotesi di discarica a Cava la Quercia. E Telleri si è dichiarato «perplesso sulla capacità e volontà dei Comuni di rispettare i limiti imposti dal Ptcp: penso che ognuno cercherà spazi per far passare le proprie cose».

Tutela delle risorse ambientale, sostenibilità, qualità dello sviluppo, coesione sociale. Sono gli obiettivi del Ptcp che il capogruppo del Pd Demos Malavasi ha riassunto motivando il voto positivo. Giuseppe Vaccari (Pd) ha sottolineato la qualità sociale del Piano (tra gli esempi, l’edilizia residenziale pubblica e i servizi a rete su tutto il territorio in linea con i Piani di zona), come strumento per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Ivano Mantovani (Pd) ha messo l’accento sul ruolo dei Comuni («il Ptcp detta linee alle quali dovranno attenersi») e sulla soluzione ai problemi della mobilità, portando ad esempio la Cisapdana. Per Lella Rizzi (Pd) è stato importante il lavoro di coinvolgimento dei Comuni che permetterà «minori problemi nella gestione del Piano». Per Giandomenico Tomei (Pd) l’aver accolto «circa la metà delle osservazioni è un segnale di attenzione e condivisione delle scelte», mentre sulla montagna si è operato per «garantire il territorio, con particolare attenzione per le aree più fragili, ma offrendo opportunità di sviluppo». E’ il caso dell’eolico: tutela del crinale e delle aree di pregio, ma possibilità di realizzarlo se ce ne saranno le condizioni. Tra le infrastrutture è necessario prevedere la realizzazione della tangenziale di Pavullo.

Scheda informativa

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Data comunicato
19/3/2009
Numero
311
Ora
13
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Ufficio di riferimento
ufficio: ·› Area Amministrativa
··› Servizio Affari Generali e Polizia Provinciale
···› Ufficio Stampa
Proprietà dell'articolo
autore: Ufficio stampa
data di creazione: giovedì 19 marzo 2009
data di modifica: giovedì 19 marzo 2009