«Lo stabilimento della ceramica Iris ha riaperto e 420 dipendenti su 780 hanno ripreso il lavoro. Questo è un primo risultato positivo ottenuto anche grazie all’intervento immediato delle istituzioni. Certo, c’è ancora molto da fare e i prossimi temi da affrontare saranno quelli della ristrutturazione e del piano industriale dell’azienda». Lo ha detto Gianni Cavicchioli, assessore provinciale al Lavoro, rispondendo in Consiglio a un’interpellanza sulla situazione dell’azienda ceramica di Sassuolo presentata da Giancarlo Bertacchini (Pd), e sottoscritta anche dai colleghi di partito Demos Malavasi, Mauro Cavazzuti e Giandomenico Tomei, che sottolineava come «il passo indietro di un’azienda sana davanti alla crisi sia un segnale grave per il mercato e per gli altri imprenditori».

L’assessore Cavicchioli, facendo riferimento alla crisi economica nel suo complesso, ha anche annunciato che «la Provincia sta studiando il modo di sostenere i lavoratori maggiormente in difficoltà attraverso le attività di formazione che saranno sviluppate nell’ambito del protocollo sottoscritto con le organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro. Mentre, insieme ai Comuni, si sta predisponendo un fondo per contribuire alle spese principali delle famiglie in difficoltà».

Secondo Luca Caselli (An-Pdl), per un distretto che «ha più di cinquemila cassintegrati è necessario un rilancio basato su ricerca, infrastrutture e rinnovamento strutturale delle aziende. Sassuolo – ha aggiunto – è l’unico distretto industriale di primaria importanza non collegato a un’autostrada». Mauro Cavazzuti (Pd) ha sostenuto che «enti locali e associazioni industriali dovrebbero affrontare uniti la crisi; la Regione dovrebbe dare risposte nel segno dello sviluppo e il Governo fornire soluzioni che aiutino la piccola e media impresa». Dante Mazzi (Forza Italia-Pd) ha rilevato che «gli stessi problemi di oggi erano stati segnalati già nel 2000: burocrazia e mancanza di infrastrutture penalizzavano allora come oggi. La politica non ha saputo rispondere alle richieste di investimenti del distretto». Per Walter Telleri (Verdi) il problema maggiore di Sassuolo «non è che manca la Bretella, è che un camion ci mette tre giorni e 20 prese per fare un carico. È che all’acquedotto industriale sono attaccate cinque aziende e le altre pescano dal sottosuolo l’acqua per impastare. Le questioni da risolvere sono quelle logistica ed energetica». Secondo Claudia Severi (Forza Italia-Pdl) a Sassuolo «mentre l’imprenditoria correva, il pubblico frenava. Lo sviluppo è nella ricerca e allora perché finora la ricerca ceramica è stata a Bologna?». Giorgio Barbieri (Lega nord) ha affermato che «agitando lo spauracchio della chiusura totale dell’azienda, Minozzi ha trovato il modo di liberarsi di metà dei dipendenti. La risposta alla crisi non è licenziare, è produrre a costi minori, vendere di più e imporre dazi ai prodotti dall’estero». Dello stesso parere anche Tomaso Tagliani (Popolari liberali-Pdl) per il quale «un imprenditore  che quattro mesi fa ha investito sette milioni nell’azienda non può avere intenzione di chiudere». Stefano Lugli (Prc) ha chiesto che «gli enti locali facciano tutto il possibile per garantire, tutelare e integrare il reddito di chi perderà il lavoro». Anche Franca Barbieri (Pd) ha affermato che «gli enti locali non devono aiutare le imprese direttamente, ci sono altri deputati a farlo. Devono invece sostenere le famiglie».

Soddisfatto Giancarlo Bertacchini che si è augurato che «le istituzioni continuino a impegnarsi non solo a favore dei lavoratori ma anche per il futuro del distretto».