«Solidarietà e sostegno ai dipendenti del gruppo Iris che rischiano di perdere il posto di lavoro» e un appello «al senso di responsabilità e al coraggio che i vertici del gruppo ceramico hanno sempre dimostrato in quasi cinquant’anni di storia aziendale e che mi auguro non vengano a mancare proprio ora» arrivano dal presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini.

«L’intenzione di porre in liquidazione il gruppo ceramico – commenta Sabattini – coglie di sorpresa, trattandosi di un’impresa che ha conquistato la leadership mondiale grazie all’alto contenuto tecnologico delle produzioni e agli investimenti, anche in tempi recentissimi,  sull’innovazione. E i buoni risultati economici conseguiti finora non lasciavano certo presagire una soluzione così drastica e improvvisa. Sappiamo tutti – aggiunge Sabattini - che la situazione economica attuale non è rosea, anche se le prospettive del comparto, come ci ricorda la stessa Confindustria Ceramica, non appaiono poi così cupe, a fronte di una buona competitività relativa a livello internazionale, pur in un contesto particolarmente difficile, di un elevato livello di internazionalizzazione delle imprese e di solidi indicatori economici. Questi fattori – aggiunge Sabattini – inducono a pensare che gli imprenditori che in passato hanno dato vita al “miracolo economico” del distretto sassolese possano guardare con ottimismo al futuro, continuando a investire e a credere in questo territorio. Questo anche alla luce delle scelte che le istituzioni, insieme alle associazioni di categoria, stanno portando avanti per dotare il comprensorio ceramico di un tecnopolo a sostegno della ricerca, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico».

Sul caso Iris «le istituzioni pubbliche si stanno attivando per verificare se ci sono le condizioni per rivedere questa decisione – conclude il presidente della Provincia – e lunedì è previsto un primo incontro a Sassuolo per valutare le iniziative da intraprendere. In ballo c’è il futuro di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie, e riteniamo sia doveroso da parte dell’azienda, prima di assumere decisioni così gravi, valutare ogni possibile soluzione alternativa in grado di ridurre l’impatto sociale».