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Comunicato stampa N° 1295 del 11/12/2009

cittadinanza dopo 5 anni, ok del consiglio a odg \ 1

“va riconosciuta a chi dimostra di volersi integrare”

«La cittadinanza italiana per lo straniero adulto deve diventare un percorso certo, ricercato e formativo. Va riconosciuta a chi dimostri di volersi integrare nel tessuto sociale e civile della nazione che lo ospita da almeno cinque anni. Per i minori nati sul territorio italiano la cittadinanza deve essere obbligatoriamente richiesta secondo il diritto della territorialità, mentre il minore che giunge in Italia deve avere la possibilità di acquisirla al completamento del ciclo di studi obbligatorio se ha almeno due anni di permanenza sul territorio». Sono questi i principi fondamentali in base ai quali il Governo dovrebbe riformare la legge sull'acquisizione della cittadinanza italiana secondo l'ordine del giorno presentato in Consiglio provinciale da Cecile Kyenge Kashetu (Pd) e approvato con il voto favorevole di Pd e Idv (astenuta Udc, contrari Pdl e Lega).

Il documento è stato discusso insieme ad altri due ordini del giorno sullo stesso tema (entrambi respinti) presentati rispettivamente da Fabio Vicenzi per l'Udc (voto a favore della sola Udc, contrario di Pdl e Lega, astensione di Pd e Idv) e da Denis Zavatti a nome di Lega nord e Pdl (voto a favore di Pdl e Lega, contrario di Pd, Idv e Udc).

Secondo Fabio Vicenzi la nascita sul territorio italiano dovrebbe dare diritto all'acquisto della cittadinanza se almeno uno dei genitori è residente nel Paese da almeno cinque anni e sulla base di una richiesta esplicita. Nel caso di uno straniero adulto, la cittadinanza può essere concessa dopo sei anni di residenza e previo giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione, delle leggi, dei diritti di libertà e di autodeterminazione delle donne, avendo inoltre dimostrato buona conoscenza della lingua italiana e riconosciuto i valori fondanti della cultura e della tradizione cristiana.

Il documento di Lega nord e Pdl richiede invece una restrizione delle norme attuali sulla cittadinanza che dovrebbe essere concessa solo alla fine di un lungo e articolato processo di integrazione. Rimane la previsione dei dieci anni di permanenza in Italia a cui si aggiunge il giuramento di fedeltà alla Costituzione e la perdita automatica della cittadinanza di origine. Per i nati in Italia, il principio dello "ius sanguinis" prevale sul quello dello "ius soli", e in nessun caso l'elettorato attivo e passivo, anche nell'ambito amministrativo, può essere disgiunto dall'acquisizione della cittadinanza.

Scheda informativa

Scheda informativa
Data comunicato
11/12/2009
Numero
1295
Ora
17
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Ufficio di riferimento
ufficio: ·› Area Amministrativa
··› Servizio Affari Generali e Polizia Provinciale
···› Ufficio Stampa
Proprietà dell'articolo
autore: Ufficio stampa
data di creazione: venerdì 11 dicembre 2009
data di modifica: venerdì 11 dicembre 2009