È stato respinto dal Consiglio provinciale, con il voto contrario della maggioranza e quello favorevole dell’opposizione, l’ordine del giorno presentato da Dante Mazzi e Claudia Severi (Forza Italia) per invitare la giunta a rispettare «i tempi prescritti dal regolamento in tema di interpellanze e interrogazioni o, in caso di ritardo, a informare gli interroganti sulle obiettive difficoltà incontrare e sulla data in cui si ritiene di poter dare risposta».

«Il regolamento è già rispettato» ha ribattuto Demos Malavasi (Ds-l’Ulivo) che ha spiegato: «Quando vengono numerate le interpellanze, il presidente ci dice se sarà data una risposta o se sarà rimandata a una nuova data. Nell’ordine del giorno c’è scritto che non vengono portate motivazioni che invece per me ci sono e sono esaustive. Se c’è bisogno di rafforzarle con un atto di verbale, per me va bene. Ma non ci sono state violazioni». Secondo Antonella Orlandi (Forza Italia) il problema «non è come lo pone Malavasi: l’ufficio di presidenza del Consiglio si limita a prendere atto che l’assessore è assente o che non risponderà. La questione da risolvere è che ci troviamo interpellanze giacenti da sei o sette mesi».

«Questo stesso ordine del giorno ha oltre cinque mesi» ha ribadito Cesare Falzoni (An) aggiungendo che «i ritardi sono una mancanza di rispetto nei confronti di tutti i consiglieri». Walter Telleri (Verdi) ha annunciato il voto contrario «visto che non è stato possibile modificare l’ordine del giorno per capziosità a non voler sentire ragioni», mentre Tomaso Tagliani (Udc) ha dichiarato:«D’ora in poi sarò uno di quelli che chiederà all’assessore interessato una risposta diretta al sottoscritto». Infine Dante Mazzi ha replicato che «tutto quello che propone l’opposizione viene definito pretestuoso: l’ordine del giorno era solo un richiamo al rispetto delle regole e mi dispiace che non ne sia stato colto lo spirito».