Sono oltre 70 le acetaie modenesi, una decina quelle reggiane.  La produzione di Aceto balsamico di Modena si attesta attorno agli  850 mila ettolitri con un incremento annuo del 15 per cento. Il giro d’affari è valutato circa  680 milioni di euro. Il 70 per cento del prodotto prende la strada dell’export. In più c’è tutta l’industria dell’indotto, in primo luogo della materia prima per produrre i mosti che interessa il settore vitivinicolo.

Sono alcuni dei dati richiamati da Graziano Poggioli, assessore all’Agricoltura e alimentazione della Provincia di Modena, nel rispondere in Consiglio provinciale a una interrogazione presentata nelle scorse settimane da Andrea Sirotti, del gruppo consiliare Ds-Ulivo sul riconoscimento dell’Igp per l’aceto balsamico di Modena, riconoscimento che è arrivato dalla Unione europea il  6 luglio scorso con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

«Il riconoscimento dell’Igp  - ha sottolineato Poggioli – è la vittoria dell’unità tenacemente perseguita coi produttori dalle istituzioni che insieme hanno fatto sistema: Provincia, Camera di commercio, Regione e ministero dell’Agricoltura, con il diretto impegno del ministro Paolo De Castro».

Con la pubblicazione del disciplinare, ha aggiunto l’assessore, «si gettano le basi per la difesa e la valorizzazione del prodotto, per identificarlo con il territorio e per tutelare consumatori e produttori. Da qui in avanti si avvia per tutti una fase nuova e interessante per la produzione e la commercializzazione e si aprono nuove opportunità per il  settore vitivinicolo del nostro territorio provinciale e regionale».

Dante Mazzi (Forza Italia) ha affermato che si tratta di una «vittoria trasversale, di tutti, che ha visto l’impegno anche del governo precedente con i ministri Giovanardi e Alemanno». Della stessa opinione il consigliere di An Luca Caselli il quale ha sostenuto che si tratta di «un  risultato che non ha colore politico» e ha rimproverato alla giunta di essersi accollata il merito convocando una conferenza stampa. Giorgio Barbieri (Lega Nord) ha sottolineato invece che con l’Igp si «sono aperti nuovi orizzonti di mercato e che con il disciplinare si dà una protezione a un prodotto di cui c’è da essere contenti e orgogliosi». Andrea Sirotti (Ds) ha ribadito «soddisfazione per i risultati raggiunti» e riferendosi ai consiglieri di opposizione ha rilevato «come si sia scatenata una interessante caccia al merito».